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“Il Cavallo di Troia, sulle tracce di un mito”

E se fosse stata un’imbarcazione?

"Il Cavallo di Troia, sulle tracce di un mito"

Una delle leggende più famose di tutti i tempi raccontata alla luce di nuove scoperte: “Il Cavallo di Troia, sulle tracce di un mito”, in onda giovedì 2 maggio alle 22.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero, fa rivivere la città e la guerra Troia. Le ricerche di diversi studiosi, archeologi navali ed esperti nel campo dell’ingegneria navale antica, gettano nuova luce su un mito antichissimo: il “cavallo di Troia”. Probabilmente non era realmente un grande cavallo di legno, ma, come alcuni ricercatori ipotizzano, un’imbarcazione fenicia con la prua a forma di testa di cavallo, solitamente usata per trasportare preziosi.

Nel corso del tempo sono state formulate molteplici ipotesi, che hanno messo in dubbio, di volta in volta, la sua natura di “dono”, il suo aspetto esteriore, o la stessa essenza materiale (trasferendo talvolta la simbologia del cavallo su un piano metaforico).

Nel IV secolo a.C. Palefato nelle sue Storie incredibili spiega che il cavallo venne costruito appositamente troppo grande per poter passare attraverso le porte di Troia. I troiani smontarono le porte per farlo entrare, e gli argivi, nascosti poco lontano, ne approfittarono per entrare ed espugnare la città.

Già nell’antichità, Pausania, celebre storico greco vissuto nel II secolo d.C., nella sua Periegesi della Grecia metteva in dubbio la verosimiglianza dell’episodio, visto che la scelta di far entrare tra le mura un cavallo donato dai nemici, qualificherebbe come dabbenaggine il comportamento tenuto dal popolo troiano.

Il naturalista romano Plinio il Vecchio, nella Naturalis historia, ha sostenuto che il cavallo di Troia fosse in realtà un ariete da assedio. Secondo l’autore infatti equus, “cavallo”, era appunto il nome di una macchina da assedio, introdotta da Epeo per assediare Troia e corrispondente all’aries (“ariete”) romano.

Un appuntamento atteso, assolutamente da non perdere. Raiplay.

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