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WRITING THERAPY: IL CORAGGIO DI RISCOPRIRSI E OLTREPASSARE I PROPRI LIMITI

Alcuni di voi avranno sicuramente sentito parlare della scrittura terapeutica. Ma di cosa si tratta esattamente e cosa prevede questa pratica sempre più diffusa nel nostro tempo?

Ma, soprattutto, siamo davvero in grado di sostenere che la scrittura abbia degli effetti benefici sulla nostra persona? La risposta a questa domanda è: senza alcun dubbio.

Molti psicologi e psicoterapeuti affermano con assoluta certezza che la scrittura, attraverso varie pratiche e forme, è in grado di condurci verso l’esplorazione di noi stessi e, per questo motivo, può essere considerata una vera e propria terapia per il nostro animo.

Sappiamo tutti che la scrittura è un’arte che va coltivata giorno dopo giorno ma, oltre a questo, è anche una forma di comunicazione introspettiva e come tale è in grado di rispecchiare i nostri stati d’animo, nonché le nostre insicurezze.

Se ci riflettiamo attentamente ci renderemo conto di come la scrittura abbia da sempre avuto un ruolo decisivo sulle nostre vite fin dall’infanzia: non a caso gli insegnanti ci spronavano ad elaborare testi e racconti fantastici per alimentare sempre di più la nostra immaginazione.

Mettere per iscritto i propri pensieri e sentimenti può essere di grande conforto e aiuta a liberare la mente, soprattutto nei momenti in cui siamo parecchio stressati e sentiamo il bisogno di confrontarci con qualcuno senza però sentirci giudicati per questo. La scrittura infatti è un’importante forma di ascolto molto potente e, con il passare del tempo, può diventare anche il miglior strumento riflessivo per la comprensione dei nostri stati d’animo.

In parole povere la scrittura ha l’incredibile vantaggio di dare forma ai pensieri che vagano confusi nella nostra mente, favorendo allo stesso tempo un approccio più riflessivo verso i nostri stati d’animo.

La scrittura terapia in realtà non è tanto diversa da quella che noi definiamo scrittura creativa: non richiede di saper utilizzare la punteggiatura nel modo corretto o correggere i propri errori ortografici, poiché il suo vero obiettivo è quello di mettere a nudo i nostri pensieri più intimi su un foglio bianco.

Ad esempio, prendiamo in considerazione il flusso di coscienza, una tecnica narrativa sperimentata ampiamente dallo scrittore irlandese James Joyce nel suo libro più celebre, l’“Ulisse”. Essa consiste nel dare libero sfogo ai propri pensieri senza soffermarsi sull’aspetto formale della costruzione della frase e sulla punteggiatura.

Wonder: Writing therapy Wonder: Writing therapyMolti studi svolti nel corso degli anni hanno dimostrato l’efficacia terapeutica della scrittura. Ognuno di noi ha un suo personalissimo modo di esprimersi e perciò di relazionarsi con la carta. Esprimere significa coltivare, coltivare significa crescere e maturare sempre di più.

Scrivere non vuol dire soltanto mettere insieme qualche lettera e formare una frase con un senso logico, ma ogni volta questa pratica assume un significato sempre più profondo in grado di toccare corde sensibili.

Anche nel mondo dell’istruzione la scrittura è ritenuta uno strumento di fondamentale importanza.

A questo proposito, molti insegnanti si impegnano a proporre dei laboratori di scrittura e alcuni alunni hanno dimostrato una spiccata curiosità verso questo tipo di iniziativa, nonché una ferrea volontà nel voler andare oltre i propri limiti e incertezze grazie al semplice uso di una penna e di un quaderno.

Si sa che le parole hanno un peso, ma se usate nel modo corretto possono diventare uno strumento di liberazione per far fronte a fragilità e paure.

Come già accennato in precedenza anche gli psicologi e gli psicoterapeuti in più di un’occasione consigliano ai pazienti di prendere nota degli avvenimenti più cruciali della loro vita poiché, oltre a sviluppare una narrazione più coerente e un tipo di linguaggio più elaborato, questo porta grandi risultati anche a livello cognitivo: riduce l’attività dell’amigdala (la ghiandola del nostro cervello responsabile delle reazioni emotive), allena la memoria, migliora le relazioni interpersonali e i legami sociali e aumenta l’autostima personale, giusto per fare qualche esempio.

Questa pratica prevede due diversi tipi di scrittura che variano a seconda dell’obiettivo da raggiungere: la scrittura espressiva e la scrittura autobiografica.

La prima consiste nello scrivere di getto, esternando in questo modo il flusso di pensieri così come vengono, quindi in modo naturale, e senza alcun tipo di correzione. In questo caso è consigliabile scrivere per venti minuti al massimo per quattro giorni consecutivi, soffermandosi soprattutto su questioni personali e importanti, come ad esempio i pensieri e i sentimenti che proviamo durante il corso della giornata. Chi lo desidera può anche orientare le parole verso una persona cara defunta o a qualcuno con cui si trova in conflitto, esprimendo tutto il suo malumore e la sua frustrazione. Per alcuni potrebbe sembrare una cosa banale, ma non è affatto così.

Proviamo a porci una semplice domanda: quanto è importante l’ascolto? Vi è mai capitato di sentirvi intrappolati in un vortice di sensazioni laceranti e di non avere il coraggio di parlarne apertamente con qualcuno perché avete paura di un suo giudizio? Be’, in questo caso un diario può diventare il miglior compagno di penna con cui avrete la possibilità di confrontarvi ogni giorno. Di solito questo metodo viene utilizzato come valvola di sfogo dagli adolescenti che, giunti ad una fase complicata della loro esistenza, spesso si sentono smarriti e vulnerabili.

La scrittura autobiografica, invece, è quella che viene messa a punto dagli scrittori: il loro linguaggio è molto più elaborato, il discorso ben strutturato, i contenuti meditati. Ma nonostante lo stile metodico e lineare non è comunque un’equivalente della scrittura professionale. Infatti molte persone lo utilizzano anche come strumento di riflessione per affrontare problemi della vita quotidiana, come ad esempio il decorso di una terribile malattia o un lutto personale.

Arrivati a questo punto vorrei introdurre le parole di Sonia Scarpante, scrittrice e promotrice di corsi di scrittura terapeutica, che ci espone il valore simbolico della scrittura:

Ti chiedo di non aver paura e di scegliere una penna che sia in linea con il tuo modo di essere; a volte panciuta e robusta, altre volte smilza e morbida al tatto. Sceglila fra tante e sentila come l’alleata che a tratti consumerà le tue forze e a tratti ti renderà audace. Insieme alla penna prepara un quaderno: sarà la tua parentesi di protezione, il tuo spazio di resa e di assoluta sincerità”.

La sua preziosa testimonianza ci riporta al periodo più critico della sua vita quando, nell’agosto del 1998, venne operata a causa di un tumore al seno. Durante il periodo della malattia Sonia cadde in uno stato di depressione e inquietudine e soltanto per mezzo della scrittura riuscì a riemergere e a dare voce al proprio vissuto, a compiere quella riflessione personale che la portò a oltrepassare il muro della sua insicurezza.

Da allora il suo metodo viene preso come esempio in molte scuole, orientando i ragazzi ad avere una migliore percezione di sé.

Anche io ho avuto modo di scoprire i benefici della scrittura nel corso della mia vita. Fin dal primo istante è stato come se le parole fluissero attraverso il foglio bianco senza una meta precisa fino a formare qualcosa di concreto, unico. Il mio mondo interiore finalmente prendeva forma davanti ai miei occhi, in un groviglio di sensazioni a cui all’inizio non riuscivo a dare un nome concreto.

È stato in quel momento che ho capito ciò di cui sono capace e che la scrittura è una parte essenziale di me. Ho sempre desiderato essere d’aiuto al prossimo, dare il mio contributo al mondo e, attraverso la voce del cuore, credo di essere sulla strada giusta.

Grazie alla scrittura ho finalmente trovato un modo per abbattere le barriere della vita e farlo attraverso un miscuglio di parole è sempre un’emozione grandissima per me, soprattutto se con queste sono in grado di andare oltre e arrivare al cuore della gente.

Sogno un giorno di diventare una scrittrice talentuosa, ma so benissimo che ho ancora parecchia strada da percorrere e che dovrò maturare molto prima di riuscirci.

Per esperienza personale posso dire che la pagina bianca può davvero diventare un’amica fedele con cui condividere gioie e dolori, sebbene in alcuni casi sia difficile liberarsi delle incertezze che ci accompagnano da tutta la vita. Per questo bisogna avere coraggio e determinazione nel mettere a nudo i propri sentimenti più intimi.

Poiché il mondo è un arcobaleno di colori che va esplorato giorno dopo giorno, senza paura di mostrarci per quello che siamo.

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