Wonder: La musica ha confini? Wonder: La musica ha confini?
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Wonder: La musica ha confini?

Wonder: La musica ha confini? Wonder: La musica ha confini?La musica ha confini? È un anno che mi pongo questa domanda fin dalla prima volta che sono entrata sul canale YouTube di Musica Senza Confini. Per rispondere a questa domanda e ad altre domande sul tema ho intervistato Manuele Maestri, bassista, insegnante di musica, fondatore di Musica Senza Confini e alcuni suoi allievi, tra i quali ho la fortuna di esserci anche io.

Ciao Manuele, ti va di presentarti?
Ciao, sono Manuele Maestri ho 33 anni, sono di Venezia. Ho frequentato il Conservatorio di Rovigo e di Trento per poi specializzarmi un anno in America. Sono un bassista e un insegnante di musica, appassionato di tecnologia e mi occupo di Produzione Musicale Inclusiva.

Cosa si intende per Produzione Musicale Inclusiva?
Fare produzione musicale, creare live, concerti, spettacoli con band i cui musicisti, o parte, hanno disabilità. Questo nome è per sottolineare la differenza tra le due attività… Musicoterapia e appunto produzione musicale inclusiva. “Ma quindi fai musicoterapia?” “No, faccio produzione musicale inclusiva”

Come è nata Musica Senza Confini?
È nata nel 2018 quando una sera decisi di cercare uno strumento musicale accessibile per due ragazzini con disabilità. Da quel giorno decisi di specializzarmi, sempre di più, su questo “settore” ancora poco approfondito.

Come riesci a fare suonare le persone con disabilità fisica?
Cerco e sfrutto al massimo tutte le potenzialità della persona in modo da avere più movimenti da usare per un’interazione musicale.

Possono suonare anche persone con deficit cognitivi?
Sì, certo. Con loro semplifico e riassumo il più possibile le parti musicali di un brano al fine di renderle semplici (dal punto di vista ritmico) e musicalmente efficaci per ottenere il risultato.

Tu come ti definisci? Insegnante? O c’è un termine più corretto?
Insegnante tuttofare va benissimo [NDR lo dice ridendo fra sé e sé].

Pensi di essere diverso dagli altri insegnanti di musica? Se sì, perché?
Questa domanda la dovresti fare ai miei studenti [NDR lo dice leggermente imbarazzato per poi aggiungere ancora qualcosa] io faccio il mio, al meglio delle mie possibilità.

Cosa vorresti che gli altri insegnanti di musica e musicoterapisti imparassero dal tuo progetto?
Non sono un musicoterapista, di conseguenza non mi permetterò di esprimere opinioni. Però, ritengo che ci sia sempre da imparare per una crescita personale: sicuramente io ho molto da imparare da loro.

Quale è il tuo desiderio per il futuro di Musica Senza Confini?
Mi piacerebbero tante cose: innanzitutto vorrei avere un centro nelle più importanti città italiane, poi vorrei aprire un corso universitario, o per lo meno riconosciuto, per insegnare il mio lavoro. E infine mi piacerebbe creare un percorso di studi al Conservatorio per persone con disabilità.

Quanto denaro servirebbe?
Per aprire un centro in ogni città tantissimo [NDR ride] per il resto… bisogna avere tanta pazienza!

Grazie Manuele per avere risposto alle mie domande. Adesso ti va di scoprire insieme le risposte dei tuoi studenti?
Con molto piacere.

Bene direi di cominciare da Francesco.

Ciao Francesco, ti va di presentarti?
Sono Francesco Ostellari, un ragazzo di quasi 21 anni. Dalla nascita vivo in carrozzina a causa di una miopatia congenita. Nella vita lavoro come programmatore per una multinazionale e pratico powerchair hockey a livello agonistico.

Come hai conosciuto Manuele Maestri e Musica Senza Confini?
Grazie alla U.I.L.D.M. (Unione Italiana Lotta Distrofia Muscolare) sezione di Padova che aveva proposto un progetto di circa sei mesi in cui si facevano delle lezioni musicali, a cadenza settimanale, con gli strumenti adattati che Musica Senza Confini propone.

Cosa significa fare musica per te?
La musica ha sempre accompagnato la mia vita e riveste tutt’ora un ruolo importante nel mio percorso di crescita personale. Poter suonare uno strumento sicuramente mi dà modo di esprimermi e un senso di libertà in più rispetto a prima. Purtroppo, nell’ultimo anno non sono riuscito a suonare per problemi lavorativi e sportivi, ma spero di poter riprendere nel prossimo futuro.

Come fai a suonare?
Suono attraverso un’armonica riadattata.

Cosa hai provato la prima volta che hai fatto musica?
Prima di conoscere Manuele suonare uno strumento per me era impensabile date le difficoltà motorie che ho. Indubbiamente il progetto Musica Senza Confini mi ha permesso di realizzare un’esperienza di vita che fino a qualche anno fa non credevo possibile. La prima volta ho provato un misto di stupore per aver scoperto degli strumenti adattati che potevo suonare e soddisfazione per essere riuscito effettivamente a riprodurre della musica.

Che musica ti piace suonare?
Ho suonato rock e pop e mi piacerebbe proseguire su questi generi.

Prima di Manuele hai avuto altri insegnanti di musica o musicoterapisti?
Insegnanti veri e propri no. Avevo iniziato a suonare un po’ la batteria e avevo chiesto ad un mio amico di darmi qualche dritta, ma nulla di rilevante.

Consideri Manuele diverso dagli altri insegnanti di musica o musicoterapisti? Se sì, perché?
Sicuramente la forza di Manuele sta negli strumenti che ha acquistato che permettono di imparare a suonare musica anche a persone con grave disabilità motoria. Manuele non lo definirei un musicoterapista, ma un vero e proprio insegnante di musica. Con lui, se lo si desidera, si ha la possibilità di diventare dei veri musicisti, mentre i musicoterapisti non hanno l’obiettivo di formare dei futuri musicisti o, perlomeno, questo è un obiettivo secondario.

Qual è il tuo desiderio per il futuro di Musica Senza Confini?
Sarebbe bello che il progetto venisse conosciuto da tutte le persone con disabilità affinché chiunque che ne abbia il desiderio potesse cimentarsi nel suonare uno strumento. Inoltre, sarebbe interessante se un giorno le Ulss potessero mettere a disposizione degli studenti che desiderano iniziare quest’avventura, degli strumenti, in comodato d’uso, adattati alle loro possibilità. Come tutti gli oggetti per persone con disabilità anche gli strumenti musicali talvolta hanno dei costi proibitivi per le famiglie o per lo studente stesso. Questo comporta un rallentamento nello studio della musica in quanto la persona può suonare solamente quando Manuele viene a fare la lezione e non può esercitarsi anche nelle ore libere durante la settimana.

Grazie Francesco di questa bellissima testimonianza.

Passiamo ora a quella di Camilla.

Ciao Camilla, ti va di presentarti?
Ciao, sono Camilla Mercadante, ho 21 anni e la SMA (Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1), vivo a Milano e mi occupo di giornalismo e attivismo, ma uno dei miei hobby è la musica.

Come hai conosciuto Manuele Maestri e Musica Senza Confini?
Mi ha contattato Manuele via Facebook chiedendomi se volessi studiare musica e, siccome era un mio sogno da sempre, ho accettato.

Cosa significa fare musica per te?
Sono sempre stata attratta da tutti i tipi di arte e, la musica, come tutta l’arte in generale, è un mio modo di esprimermi ed essere una persona diversa e migliore da quella quotidiana.

Cosa hai provato la prima volta che hai fatto musica?
Ho provato libertà.

Come fai a suonare?
Suono attraverso un programma sul puntatore oculare.

Che musica ti piace suonare?
Pianoforte e violino.

Prima di Manuele hai avuto altri insegnanti di musica o musicoterapisti?
Sì, ho avuto insegnanti di musica alla Scuola secondaria di primo grado, le vecchie medie insomma.

Consideri Manuele diverso dagli altri insegnanti di musica o musicoterapisti? Se sì, perché?
Sicuramente Manuele è diverso dagli altri insegnanti di musica perché ha presentato un progetto inclusivo. Di solito, si pensa che la musica non sia per tutti, invece lui dimostra il contrario grazie all’uso che fa delle nuove tecnologie.

Qual è il tuo desiderio per il futuro di Musica Senza Confini?
Auguro a Musica Senza Confini di riuscire a portare ovunque questo progetto, anche al di fuori dei confini italiani.

C’è qualcosa che vorresti dire a Manuele?
Vorrei ringraziare Manuele per avermi dimostrato che tutto si può fare, nonostante i limiti fisici. Basta trovare un modo alternativo e adatto a se stessi.

Vuoi aggiungere qualcosa?
Come ho detto precedentemente, amo questa iniziativa e credo che sia davvero fondamentale avere persone che si battono per sradicare le barriere sociali e dimostrare che la musica e tutta l’arte in sé non si ponga limiti e non sia in alcun modo discriminante, a differenza di noi umani. Vorrei, però, dopo la mia esperienza triennale con Manuele, esprimere il mio parere sul suo metodo, essendomi confrontata con miei coetanei, studenti e appassionati di musica come me. Penso che per far diventare il progetto eccellente e davvero unico, Manuele debba incrementare l’insegnamento dell’armonia, dei tipi di accordi, delle scale, delle tecniche che governano le melodie e gli accordi, argomenti che ritengo il core della musica, in modo da rendere questa esperienza didattica ancora più interessante, coinvolgente e appassionante. Detto questo, voglio ancora ringraziarlo per tutto quello che fa.

Grazie mille Camilla sono sicura che Manuele prenderà in grande considerazione i tuoi consigli.

Come vi accennavo all’inizio dell’articolo anche io sono allieva di Manuele e grazie a lui da un anno suono attraverso il puntatore oculare e dei sensori a pressione. Ho già raccontato della mia esperienza musicale in un racconto sullo SMAgazine di Famiglie SMA del mese di giugno, che potete leggere anche a questo link: https://www.famigliesma.org/lo-smagazine/

Desidero concludere con un ringraziamento molto speciale a Manuele per il mondo di opportunità che mi ha aperto, e augurando a Musica Senza Confini il successo che merita. E infine, per rispondere alla domanda che mi sono posta all’inizio dell’articolo… la mia risposta è no, grazie a Manuele Maestri ora la Musica è Senza Confini.

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