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WONDER – Il mio primo esame all’università

WONDER - Il mio primo esame all'università

Il mio primo giorno all’università non è come altri primi giorni: inizia un po’ prima, durante gli ultimi mesi dell’ultimo anno di liceo.

È in questo periodo che si svolge il cosiddetto “orientiring universitario” ossia il primo approccio degli studenti neo-diciannovenni al mondo universitario.

Nella mia esperienza, quest’incontro si è svolto al Campus Universitario di Fisciano.

Erano presenti centinaia di studenti con un ospite d’eccezione, l’attrice Chiara Francini, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente.

C’erano anche il Rettore e buona parte del corpo docente che offrirono una panoramica completa sui vari indirizzi di laurea.

Lì decisi che il mio percorso di studi sarebbe andato avanti, a ogni costo.

Volendo combinare l’università con la mia passione per lo sport, la scelta fu quasi obbligata: corso di laurea in Scienze Motorie.

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Era il 2020 e, considerata la situazione di quel periodo, ho dovuto optare per una soluzione di studio da casa e mi sono iscritto a un’università on-line.

In men che non si dica, mi sono ritrovato al primo anno di corso.

Inutile dire quanto mi sentissi gasato e ansioso di iniziare a prepararmi per gli esami.

Come? Come potevo studiare e prendere appunti?

Già durante gli ultimi anni di liceo avevo iniziato a utilizzare un sistema di puntamento visivo che mi consentiva proprio di studiare, leggere e scrivere e con il quale ho affrontato anche l’esame di stato.

Questa soluzione, nel tempo, si è rivelata ideale per lo studio, così ho deciso di continuare a usarla anche in seguito, all’università.

Quindi, sotto questo aspetto, mi sentivo molto tranquillo.

Una volta completato l’iter di iscrizione, la mia tutor personale universitaria, mi ha elencato i vari esami che avrei potuto sostenere il primo anno.

Tra questi spiccava quello di Anatomia.

Essendo io molto curioso di tutto ciò che riguarda il corpo umano, non ci ho messo molto a decidere di affrontare per primo proprio quell’esame.

La prima cosa che ho notato è stata la profonda differenza rispetto a liceo, non solo sotto l’aspetto del volume di studio previsto, ma anche l’approccio con la segreteria, con gi insegnanti, e le modalità d’esame erano molto distanti da quelle che conoscevo.

Confesso di essermi sentito un po’ travolto, soprattutto dalla quantità di nozioni che dovevo imparare e dal grande impegno e costanza che avrei dovuto mettere in gioco.

Per fortuna, è stato così solo all’inizio. Nel giro di poco tempo, la curiosità verso la materia di questo primo esame ha avuto la meglio sulle incertezze e così mi sono buttato a capofitto in quella mia prima impresa. E così ho studiato apparati, ossa, muscoli, cuore, organi, fisiologia, pelle, cervello e via discorrendo.

Ma non ero solo. La tutor mi ha affiancato per tutto il percorso. Insieme leggevamo, cercavamo di capire meglio i concetti più complessi quando li incontravamo, sviluppavamo mappe concettuali, rileggevamo, ripetevamo e poi di nuovo da capo, in un loop che è durato un bel po’, ossia tutto il tempo necessario ad assimilare una considerevole quantità di informazioni.

In seguito, ho iniziato a esercitarmi con delle simulazioni, ne ho fatte tantissime fino a quando non mi sono sentito pronto per affrontare l’esame.

L’ho prenotato e… poi è arrivato il giorno fatidico.

Era on line, con trenta domande a tempo e un assistente d’aula a registrare le mie risposte.

Già dalla mattina il cuore mi batteva a mille. Durante l’esame ero super concentrato e ho rivisto almeno una decina di domande per essere sicuro delle risposte che avevo fornito.

Sicuro delle mie scelte, ho dato l’ok all’assistente in modo che procedesse e le inviasse al professore per la correzione.

Appena concluso l’esame e staccato il collegamento, tutta la tensione che avevo accumulato durante la prova, se n’è andata, di colpo, lasciando il posto a una straordinaria sensazione di leggerezza.

Ero felicissimo ed emozionato, perché sentivo che l’esame era andato bene. E così è stato, in effetti. Dopo un paio di giorni, è arrivato l’esito via e-mail dal professore: era un bel 28!

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