Wonder: ESSERE TIFOSI - SIGNIFICATI ED EMOZIONI Wonder: ESSERE TIFOSI - SIGNIFICATI ED EMOZIONI

Wonder: ESSERE TIFOSI – SIGNIFICATI ED EMOZIONI

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ESSERE TIFOSI: SIGNIFICATI ED EMOZIONI CHE MUOVONO LA PASSIONE PER LO SPORT

Da sempre lo sport ha rappresentato un’importantissima occasione di condivisione della stessa passione con molte altre persone. Un’occasione di emozionarsi, condividendo quello che si prova, ma anche un modo per liberare la mente dalle preoccupazioni quotidiane, insomma, un toccasana per la vita.

In questo articolo vorrei condividere con chi mi leggerà quello che è per me lo sport migliore di tutti, cioè, il basket.

Nella città in cui vivo, Agropoli, in provincia di Salerno, è sempre stata presente una squadra professionistica di basket, l’Agropoli Basket per l’appunto.

Una decina di anni fa ormai, questa squadra conobbe un exploit non indifferente riuscendo a raggiungere la serie A2.

In quei mesi, ad Agropoli, esplose qualcosa di straordinario, una vera e propria febbre per l’Agropoli Basket, un fermento che coinvolse gran parte della popolazione, qualcosa alla quale non avevo mai preso parte prima di allora.

Iniziarono a crearsi gruppi e associazioni di tifosi, che furono una notevole occasione di comunanza cittadina. I gadget dell’Agropoli andavano a ruba, ogni giorno spuntavano fuori nuovi cori per incitare la squadra durante le partite e, cosa da non tralasciare, tante ragazze iniziarono a guardare con occhi diversi i giovani giocatori.

E fu proprio in questo clima che mi feci trasportare da questo fiume in piena, iniziando a partecipare attivamente al tifo sia nel palazzetto quando si giocava in casa, sia durante le trasferte.

Non si parlava d’altro, ad Agropoli, ma non solo: quando sarebbe stata la prossima partita, contro chi avremmo giocato, chi sarebbero stati i prossimi acquisti della società, supposizioni su quanto fossero forti i giocatori avversari e tutto ciò che ruotava intorno alla squadra.

Quando entrai per la prima volta nel palazzetto cittadino non sapevo a cosa sarei andato incontro. Un fermento e una gioia difficilmente descrivibili. Non avevo idea che una piccola squadra potesse generare tanta passione negli abitanti di un territorio. Iniziarono a partire dei cori che fino ad allora avevo ascoltato solo dalla tv durante le partite di calcio. E la partita non era neppure iniziata!

Li imparai subito ed iniziai anche io a farne parte urlando a squarciagola.

Per tifare nel modo giusto però avevo bisogno anche io di possedere qualche gadget della squadra, una maglietta, o un cappellino, oppure una sciarpa, ma i giocatori e la presidenza della squadra non mi fecero attendere molto prima di iniziare a regalarmi una quantità spropositata di materiale firmato di cui la mia stanza è ancora stracolma: cappellini, pallone e magliette autografati, portachiavi, sono ormai ovunque io mi giri.

Iniziai a seguire in prima persona tutte le partite sia in casa che in trasferta. Dopo un po’ l’intera squadra e il resto della tifoseria più sfegatata cominciarono a notare la mia costante presenza, così da decidere addirittura di rendermi mascotte e fare tantissime foto di squadra insieme a me.

Quella a fine partita era ormai diventata una prassi. Io grande tifoso insieme a tutta la squadra, ai miei idoli. Avvertivo che mi volevano un gran bene. E io ne volevo a loro.

Il gruppo di tifoseria di cui facevo, e faccio tuttora parte, si chiama “Brigata saracena”. Un gruppo bello grande, di fedelissimi, che ha rappresento per me un’occasione strepitosa per conoscere nuove persone, ascoltare le loro storie e creare legami.

Così si svolsero le cose negli anni in cui la squadra era sulla cresta dell’onda. IN seguito, ci fu un periodo di lieve declino, ma questo non ha assolutamente spento la scintilla che mi si era accesa dentro durante il periodo d’oro. Perché, per un vero tifoso, non è importante, la posizione in classifica della propria squadra. L’unica cosa che conta è il legame fortissimo che si crea tra tifosi e giocatori che, come una grande famiglia, condivide momenti di tristezza, di gioia, di tensione, di relax, di emozioni.

Quindi, è impossibile per me perdere la verve!

Anche perché succedono sempre cose emozionanti e inaspettate. Come quando, di recente, presso il palazzetto dello sport di Agropoli, ho ricevuto, da parte del presidente, la maglietta ufficiale della FIP Federazione Italiana Pallacanestro ed io ne sono stato felicissimo.

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