Weekend del 1° maggio, la tournée digitale dei Teatri del Nordest diventa una maratona dedicata alla Festa dei Lavoratori
Racconti popolari di miseria e alienazione, sogni di benessere, memorie di movimenti operai, storie di donne, emigrate economiche, protagoniste marginali dell’Italia delle badanti, per il weekend del 1° maggio la tournée digitale dei Teatri del Nordest si trasforma in una maratona di spettacoli dedicata alla Festa dei lavoratori. Da venerdì a domenica i Teatri Stabili del Veneto, di Bolzano e del Friuli Venezia Giulia e il Teatro Sloveno di Trieste offrono in streaming sui rispettivi canali YouTube una selezione di spettacoli di teatro impegnato con Acciaierie di Antonio Caldonazzi, Sandro Ottoni e Andrea Castelli, Fabbrica di Ascanio Celestini e Sindrome italiana di Lucia Calamaro, oltre a un classico come l’Amleto di Shakespeare rivisitato in versione rock.
Ad aprire la maratona del weekend venerdì 1° maggio, alle ore 20.00, è il Teatro Stabile di Bolzano con Acciaierie, uno spettacolo dedicato a un capitolo fondamentale della storia dell’Alto Adige. Scritto sulla base di materiali storici, fonti scritte e orali da Antonio Caldonazzi, Sandro Ottoni e Andrea Castelli, presente anche nel cast degli interpreti al fianco Sandra Mangini, Fabrizio Martorelli e Giovanni Sorenti, lo spettacolo ripercorre le fasi salienti della “colonizzazione” di Bolzano ad opera degli italiani. Il filo conduttore è la ricostruzione delle vicende dello stabilimento delle Acciaierie, dal fascismo agli anni Sessanta, ossia dalla sua fondazione ai primi segnali di lotta operaia, passando attraverso le vicende della guerra. Nel testo frammenti di vita quotidiana sono animati anche da situazioni comiche e drammatiche, il punto di vista narrativo è quello degli operai, uomini provenienti dal Veneto e dal Trentino. In Acciaierie rivivono, tramite l’assunzione delle parlate dialettali delle terre d’origine, semplici storie popolari di miseria e alienazione, in cui si annodano i sogni di benessere alimentati dalla propaganda di regime e le speranze in un contesto lavorativo difficile e causa di molte delusioni che comunque finiscono per sviluppare un forte attaccamento anche sentimentale alla fabbrica stessa.
La tournée digitale dei teatri del Nordest continua sabato 2 maggio con Fabbrica, un racconto corale su un secolo di storia operaia italiana prodotto dal Teatro Stabile del Veneto a partire dal testo di Ascanio Celestini con le musiche di Giovanna Marini e interpretata dagli allievi attori della Scuola Teatrale d’Eccellenza del Teatro Stabile del Veneto diretti da Sandra Mangini. Nato nell’ambito del percorso di formazione accademica, lo spettacolo ha debuttato nel luglio 2019 sul palcoscenico del Teatro Verdi di Padova allestito per la stagione estiva. Un’occasione a cui ha partecipato anche l’autore, Ascanio Celestini, e in cui è stata registrata la ripresa integrale a camera fissa ora offerta in streaming dallo Stabile. Opera popolare di grande respiro basata su memorie operaie, Fabbrica è il racconto epico di una vicenda umana, che parla di uomini e di donne, di vita e di morte, di amore, di orgoglio e di condanna. All’attualità del tema del lavoro si mescolano i modi della cultura contadina, l’orizzonte simbolico, il senso del magico, del mistero dell’esistenza. Questa versione corale del racconto porta per la prima volta in scena in Italia le musiche composte in francese da Giovanna Marini, la più grande compositrice italiana di musica vocale per il teatro.
Domenica 3 maggio consueto doppio turno di spettacoli con una lettura inedita del classico Amleto a cura del regista e coreografo Matjaž Farič, proposto con sovra titoli in italiano con sottotitoli in italiano dal Teatro Sloveno di Trieste a partire dalle ore 18.00, e Sindrome italiana, co-produzione del Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con CTB Centro Teatrale e Teatrodue di Parma, online dalle 20.00.
È un’ambientazione dark e rock quella data all’Amleto di Matjaž Farič dai costumi del designer di fama internazionale Alan Hranitelj e dalle musiche della band industrial dei Laibach. Affascinante e tenebroso, l’Amleto dell’attore e performer Klemen Janežič esplora la dimensione della follia del principe danese, vittima della barbarie e della crisi ideologica di una società violenta, ma soprattutto della mancanza di affettività e comunicazione all’interno della famiglia. Tutti i personaggi giovani di questo testo vivono, infatti, un conflitto generazionale non riuscendo ad adattarsi al mondo degli adulti.
La scrittura incisiva di Lucia Calamaro e il talento impetuoso delle MitiPretese (Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Mariàngeles Torres) sono invece i punti di forza di Sindrome italiana, uno spettacolo in cui il teatro funge da strumento di indagine e di denuncia di un tema sociale come il dramma delle donne dell’Est. Impegnate in Italia come badanti creano strappi spesso irreparabili nelle loro famiglie lontane e – di riflesso – la disgregazione dei nostri tessuti familiari dove pare non ci sia più tempo né sensibilità per occuparsi della fragilità degli anziani. Due psichiatri ucraini hanno definito “sindrome italiana” la grave depressione riscontrata in molte donne tornate in patria dopo anni di lavoro domestico all’estero e in particolare di cura degli anziani non autosufficienti. Le MitiPretese raccontano la figura femminile fuori dai clichés chiamando in causa la politica, l’etica, le prospettive sociali del presente, e affrontando un tema che – alla luce di avvenimenti anche vicinissimi – ci richiama a riflessioni dolorose, scomode ma essenziali.
“Una stagione sul sofà” prosegue sui social
La stagione continua nel weekend e durante la settimana sui canali social del Teatro Stabile del Veneto con la rassegna di fiabe e racconti “Famiglie connesse”, il laboratorio teatrale di cittadinanza online condotto da Mattia Berto “L’ora d’aria”, con le video-letture di romanzi a cura degli allievi della Scuola Teatrale d’Eccellenza, la sfida di poesie su Zoom con il Poetry Slam e l’immancabile appuntamento con la fiaba della buonanotte “Sogni d’oro”.
L’intrattenimento continua anche sul sito del Teatro Stabile di Bolzano www.teatro-bolzano.it/podcast che ogni martedì e ogni sabato fino al 30 maggio, mette a disposizione un podcast per ascoltare alcuni degli spettacoli di maggior successo creati a Bolzano e presentati in tour nei principali teatri d’Italia. I titoli di questa settimana saranno dedicati a “Il Gabbiano” di Cechov, regia Bernardi, con Patrizia Milani, Carlo Simoni e Maurizio Donadoni (stagione 2008/2009) e al noir in salsa bolzanina “Brattaro Mon Amour” scritto da Paolo Cagnan, diretto da Andrea Barnard e interpretato, tra gli altri, da Fulvio Cauteruccio e Fulvio Falzarano (Stagione 2015/2016).
Mentre continua l’iniziativa “Teatro da Casa” con gli artisti che recitano invitando gli spettatori “a casa loro”, da venerdì 1 maggio Il Rossetti avvia una nuova attività sui propri profili Facebook e Istafgram: Con il titolo #cerianchetu? verranno proposti ogni pomeriggio video filmati durante gli spettacoli che il pubblico ha più amato, richiamando alla memoria momenti entusiasmanti come le standing ovation, i bis, gli omaggi che gli artisti hanno dedicato alla platea dopo serate indimenticabili. E c’è di più: si chiede agli spettatori di inviare al teatro i loro stessi video “rubati”, di solito proibiti, ma che questa volta contribuiranno a creare nel web una galleria che ci farà rivivere le emozioni travolgenti delle serate dal voi a cui speriamo presto di ritornare. i contributi bvanno mandati per wetransfger a [email protected]
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