Vittoria Coppola e Invasione di campo per Genius Loci a Lucugnano (Le)
Sabato 4 settembre, Palazzo Comi a Lucugnano ospita il secondo e ultimo appuntamento della rassegna Genius Loci, sezione del festival “Armonia. Narrazioni in Terra d’Otranto”, dedicata ad autrici, autori ed editori salentini. Dalle 20 la rassegna ospiterà Vittoria Coppola con il romanzo “Erba di mare” (Besa Muci) e Pierpaolo Lala e Rocco Luigi Nichil con il saggio “Invasione di campo. Il gioco del calcio nel linguaggio e nel racconto della politica” (Manni). Ingresso gratuito e consentito solo ai possessori del Green Pass nel rispetto delle attuali norme anticovid19. Posti limitati con prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni 3897888393 – tricaseautentica.it
In “Erba di mare“, il mare è quello di settembre in un paesino della provincia pugliese, azzurro spettatore di vite che si sfiorano, di amori coltivati in silenzio e in silenzio distrutti. Cecilia sogna una famiglia normale, con due genitori dai quali imparare il segreto di un amore pulito, che illumina lo sguardo. Una normalità che sembra un sogno irraggiungibile quando tuo padre porta la violenza e l’umiliazione in quello che dovrebbe essere un nido da custodire, quando tua madre è vittima della sua stessa fragilità, chiusa in un mondo impalpabile di musica e damasco, una soprano che conquista i teatri ma finisce schiacciata dal grigiore del quotidiano. Se la realtà non si può accettare, meglio costruirsene una nuova, dove i sogni diventano reali. Ma le fantasie possono trasformarsi in ossessioni e i sogni scoprirsi incubi.
“Invasione di campo” è un saggio al confine tra linguistica e narrazione, scritto dal giornalista Pierpaolo Lala e dal linguista Rocco Luigi Nichil, con prefazione di Marco Damilano e postfazione di Filippo Ceccarelli. La lunga storia d’amore tra panchine a bordo campo e aule parlamentari nasce in Italia già tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, muove i primi passi negli anni del fascismo, inizia a correre durante la Prima Repubblica e va a segno con le vittorie sportive e politiche di Berlusconi, arrivando con forza immutata fino ai giorni nostri. Era dunque inevitabile che la lingua della politica fosse contagiata da slogan e metafore provenienti dal mondo del pallone, sia nel gergo dei parlamentari che in quello giornalistico, nei discorsi ufficiali come sui manifesti elettorali.