Visioni del rimosso. Il cinema di Haile Gerima Visioni del rimosso. Il cinema di Haile Gerima
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Visioni del rimosso. Il cinema di Haile Gerima

Visioni del rimosso. Il cinema di Haile Gerima Visioni del rimosso. Il cinema di Haile GerimaDal 24 al 29 maggio il Cinema Massimo ospita la retrospettiva integrale dei film di Haile Gerimaa cura di Daniela Ricci, seconda tappa del progetto dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza Visioni del rimosso. Lo sguardo cinematografico sul colonialismo italiano, organizzata con la collaborazione del Museo Nazionale del Cinema.

La valorizzazione dei materiali d’archivio, tra cui la memoria filmica, ci conduce con Gerima a sovvertire lo sguardo sulla storia del colonialismo italiano e non solo. Figura di spicco delle cinematografie d’Africa e africane americane, riferimento per il cinema indipendente, l’etiope Gerima è stato tra i fondatori della “Scuola dei registi neri di Los Angeles”, il movimento che nei ferventi anni ‘70, sperimentava nuove estetiche, rompendo con le logiche narrative e produttive hollywoodiane. La sua opera scaturisce dall’urgenza della collera contro ogni forma di oppressione – sia essa coloniale, feudale, razziale, sociale o culturale. Esplorando il presente, il passato e il rapporto con le radici, fino a ricostruire la storia di un popolo, come cura contro l’alienazione, la sua macchina da presa si fa arma di resistenza e di lotta per la memoria.

Programma

Child of Resistance

(Usa 1973, 36’, HD, col., v.o. sott. it.)

Film sperimentale e metaforico, ispirato a un sogno che il regista stesso ha fatto all’indomani dell’arresto di Angela Davis. Una donna impegnata nella lotta per la giustizia si ritrova in carcere: sullo schermo prendono forma le sue paure e l’oppressione sociale, catene reali e simboliche, ma anche la liberazione del suo popolo. Con un montaggio disgiuntivo e un’estetica personale, Gerima si afferma come regista della resistenza.

Mar 24, h. 21.00 – Il film è introdotto dal regista Haile Gerima con Daniela Ricci

Bush Mama

(Usa 1979, 87’, HD, b/n, v.o. sott. it.)

Girato in 16 mm in bianco e nero, con Charles Burnett alla fotografia, Bush Mama chiude la trilogia sulla condizione dei Neri negli Stati Uniti (dopo Hour Glass e Child of Resistance), divenendo una pietra miliare del New Black Cinema. Nel quartiere ghetto di Watts (Los Angeles), Dorothy si risveglia a una coscienza politica che include anche le lotte dei paesi del Sud del Mondo. Con grande potenza visiva e sonora, Gerima racconta una violenza del sistema che risuona ancora brutalmente attuale.

Mar 24, h. 21.40

Adwa. An African Victory

(Usa 1999, 97’, 35mm, col., v.o. sott. it.)

Gerima rivisita la battaglia di Adua (1896), in cui il popolo etiope al seguito dell’imperatore Menelik II e della moglie Taitu sconfisse le forze d’invasione italiane. Con un approccio metadiscorsivo e un’estetica composita, quest’opera complessa interroga la storia e la sua trasmissione. La memoria anticoloniale dei più anziani si intreccia con la rilettura di diversi materiali d’archivio, miti, monumenti, iconografie, racconti, poesie e canti popolari su questa vittoria etiope, divenuta un simbolo per il movimento panafricano.

Mer 25, h. 16.00 – Introducono Farah Polato e Alessandro Triulzi. Al termine incontro con Haile Gerima

 

Wilmington 10 – USA 10, 000

(Usa 1979, 120’, HD, col., v.o. sott. it.)

Documentario polifonico sull’impatto del razzismo e delle distorsioni del sistema giudiziario attraverso uno dei grandi abusi, il caso dei “Dieci di Wilmington” (North Carolina). Nel 1972, in seguito alle rivolte degli studenti, nove uomini neri e una donna bianca vennero incarcerati ingiustamente per più di un decennio. Attraverso i racconti delle lotte per la giustizia dei prigionieri politici e delle loro famiglie, Gerima rende conto di un’esperienza di oppressione che attraversa il tempo e lo spazio.

Ven 27, h. 16.00 – Introduce Cristina Voto

 

Ashes and Embers

(Usa 1982, 120’, HD, col., v.o. sott. it.)

La rivoluzione interiore di Nay Charles, un reduce del Vietnam che, alienato e tormentato, vaga nel caos politico alla ricerca di un senso. L’incontro con la nonna, depositaria della memoria della schiavitù e delle leggi razziali, lo porta a ripensare non solo il suo ruolo nella guerra, ma anche quello di uomo Nero negli Stati Uniti. Premio FIPRESCI al Festival di Berlino 1983.

Ven 27, h. 18.15 – Introduce Maria Coletti

Il raccolto dei tremila anni (Mirt Sost Shi Amit)

(Etiopia 1975, 150’, 35mm, b/n, v.o. sott. it.)

Ambientato in un villaggio di montagna in Etiopia, Il raccolto dei tremila anni narra la lotta per la sopravvivenza di una vera famiglia di contadini, sotto il giogo feudale e la tirannia dei proprietari terrieri. Il montaggio cadenza il ritmo del lavoro del campo, con la ribellione contro l’ordine sociale, la resistenza agli espropri, e al colonialismo. Girato nel 1974 in 16mm durante la guerra civile in condizioni estreme e con attori non professionisti, “possiede un senso di urgenza che pochi film hanno. È la storia di un intero popolo e del suo desiderio collettivo di giustizia e speranza. Un film epico, non nella realizzazione, ma per la sua portata emotiva e politica” (Martin Scorsese). Pardo d’argento al Festival di Locarno, il film è stato restaurato nel 2006.

Ven 27, h. 20.30 – Introducono Cecilia Pennacini e Maria Viarengo alla presenza del regista

 

Hour Glass

(Usa 1971, 10’, HD, col., v.o. sott. it.)

Un giovane africano americano, rifiutando il ruolo di gladiatore dei tempi moderni, si riconosce negli scritti postcoloniali e nel pensiero dei leader della lotta per i diritti civili. Cortometraggio d’esordio di Gerima, realizzato all’Università della California (UCLA), Hour Glass, con un montaggio allegorico audace e Larry Clark come direttore della fotografia, è un emblema del collettivo della “Scuola dei registi neri di Los Angeles”, il movimento di cinema indipendente conosciuto successivamente come L.A. Rebellion.

Sab 28, h. 16.00 – Introduce Silvia Nugara

 

The Maroons (work in progress)

(Usa 2018, 30’, HD, col., v.o. sott. it.)

Un film work in progress sui Maroon ovvero gli schiavi fuggiaschi che crearono le loro comunità indipendenti negli Stati Uniti. In quest’ultimo lavoro, Gerima riprende le tematiche che da sempre animano il suo cinema: la resistenza, la lotta per la memoria e per la libertà, confermando l’importanza di far emergere realtà ed esperienze omesse dalla narrazione storica ufficiale.

Sab 28, h. 16.10

 

After Winter – Sterling Brown

(Usa 1985, 60’, 16mm, col., v.o. sott. it.)

Ritratto del poeta eponimo, figura emblematica della Harlem Renaissance degli anni ‘20. In un dialogo con gli studenti dell’università Howard di Washington (dove insegnavano il regista Gerima e lo stesso Sterling Brown), l’autore di After Winter ritorna sulla sua storia, sulla sua opera e sull’eredità culturale di artisti africani americani.

Sab 28, h. 16.40

Teza

(Etiopia/Germania/Francia 2008, 140’, 35mm, col., v.o. sott. it.)

Etiopia 1991. L’intellettuale Anberber ritorna al suo villaggio. Cresciuto al tempo dell’impero di Hailé Selassié, partito pieno di speranze e ideali per studiare nella Germania dell’Est, al suo rientro è impietrito di fronte a un paese sconvolto dalla violenza del Derg. Mutilato e svanito, sul monte Mussolini, ricorda il padre ucciso dai gas utilizzati dagli Italiani, e cerca di ricostruire la propria storia e quella del suo popolo. La narrazione a spirale, ricca di inserti e flashback, segue il filo e le digressioni delle sue reminiscenze, tra ricordi intimi e analisi politica. Premio Speciale della giuria al Festival di Venezia.

Sab 28, h. 18.15 – Introduce Leonardo De Franceschi

Sankofa

(Usa/Ghana 1993, 125’, 35mm, col., v.o. sott. it.)

In lingua akan, il Sankofa rappresenta l’esortazione a conoscere il passato per costruire il futuro, monito fondamentale per la diaspora. Davanti alla casa degli schiavi di Cape Coast in Ghana, la modella africana americana Mona viene richiamata dagli spiriti; trasportata nel passato in una piantagione di zucchero diventa Shola. Un contro racconto sulla resistenza degli schiavi narrato dal loro punto di vista, con uno stile non lineare dove si intrecciano memoria, oralità e linguaggio iconico. Opera indipendente, Sankofa rimane un film culto; restaurato nel 2021 dalla Array di Ava DuVernay.

Dom 29, h. 16.00 – Introducono Daniela Ricci e Maria Viarengo

 

Imperfect Journey

(Etiopia/Usa 1994, 88’, HD, col., v.o. sott. it.)

In questo “viaggio imperfetto” Gerima attraversa l’Etiopia del post Guerra fredda, dalla sua natale Gondar ad Addis Abeba, in compagnia di Ryszard Kapuscinski. Dalle testimonianze delle famiglie degli oppositori politici giustiziati dal regime di Menghistu e dai racconti degli abitanti sulle condizioni di vita dopo gli anni del “terrore rosso”, emerge un presente complesso. Il titolo evoca il “Cinema imperfetto” del cubano Julio Garcia Espinosa, alla base del Terzo Cinema.

Dom 29, h. 20.30 – Introducono Daniela Ricci e Paola Olivetti alla presenza del regista

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