“Via dei Canti”, tre opere scultoreo-musicali adattive sul Cammino di Benedetto
Si sono inaugurate lo scorso maggio le tre opere scultoreo-musicali VIA DEI CANTI nel piccolo e accogliente borgo di Trevi nel Lazio, nel cuore dei monti Simbruini e lungo il Cammino di Benedetto, in provincia di Frosinone. Concepite dalla compositrice Laura Bianchini, originaria di Trevi nel Lazio, in collaborazione con la scultrice e artista visiva Licia Galizia, VIA DEI CANTI è un progetto ampio, complesso e innovativo che fonde, attraverso avanzate tecnologie, la parte musicale con quella plastica e fa della partecipazione e creatività del pubblico gli elementi essenziali e fondanti. La scommessa pare al momento vinta: l’amministrazione ha infatti registrato un aumento di affluenza continua e costante per il periodo estivo (si sono contate circa 2000 presenze in visita al Castello di Trevi) che ha visto pellegrini, camminatori, turisti, vacanzieri e gente del posto interagire con curiosità e partecipazione con le tre nuove opere permanenti – dal titolo Foce, Aquiloni, Terra e Cielo – dislocate nel centro storico di Trevi.
Le opere ricreano un percorso sensoriale che corre parallelo all’esplorazione del borgo e ai pellegrinaggi. Gli interventi artistici ridisegnano lo spazio pubblico in maniera visiva e acustica, seguendo la narrazione ancestrale degli elementi naturali acqua, aria e terra. Borgo immerso nella natura, ricco di vegetazione, di aria e di acque incontaminate in cui lo spirito si può rigenerare immergendosi in un totale ascolto di sé, Trevi – il cui significato è trivio – accoglie concettualmente la poetica e la struttura dell’installazione su tre elementi. Fra i vincitori del bando Arte sui cammini promosso dalla Regione Lazio nell’ambito del Sistema di valorizzazione Cammini della spiritualità, il progetto di VIA DEI CANTI è stato realizzato dal Centro Ricerche Musicali – CRM.
“Siamo molto felici che gli abitanti di Trevi nel Lazio abbiano accolto le nostre opere come proprie creazioni. Era una nostra speranza e così è accaduto. Li vediamo interagire con i turisti (molti anche stranieri) e spiegare loro i modi di interazione e il senso delle opere. Abbiamo raggiunto così uno dei nostri obiettivi, quello di una partecipazione attiva e creativa all’opera d’arte, e di questo siamo grate a tutti coloro che hanno creduto nel nostro lavoro” raccontano le due artiste Laura Bianchini e Licia Galizia. E proseguono: “Con la sua presenza e la sua azione il visitatore interagisce con esse determinando una variazione musicale: le opere sono in grado, in modo diverso, di distinguere la posizione, la quantità e la velocità dei gesti tattili o sonori del visitatore. Ogni opera si trasforma nel tempo ‘adattandosi’ al contesto ambientale e questo permette di interagire con timbri, movimenti nello spazio e altezze dei suoni, che si rinnovano costantemente, come il tempo e i modi della fruizione“.
All’acqua è ispirata Foce, la prima installazione che incontra il visitatore sul cammino arrivando al centro del paese nella piazzetta di Largo Aniene. L’opera è concepita per essere radicata nel muro in pietra della piazzetta, supporto e base per l’installazione di strutture in acciaio inox che si articolano in un succedersi di forme curve e aperte che, ricordando il fluire dolce e armonico dell’acqua, vanno a confluire nella fontana, integrata all’opera.
L’opera rileva la presenza del visitatore che, azionando la leva della fontana, attiva eventi e variazioni musicali rendendo l’installazione vitale e dialogante. La musica prende avvio dal suono dell’acqua che si trasforma nel tempo, seguendo l’interazione del pubblico con un’articolazione polifonica che fa emergere, a tratti, dei canti. Il suo carattere musicale è fluido, intimo e a volte vivace e coinvolgente.
All’aria e al vento caratteristico del territorio, è ispirata Aquiloni, la seconda opera del percorso che conduce all’acropoli ed è situata a metà del percorso. L’opera, che è stata realizzata in rame con diverse colorazioni, nasce per occupare la parte alta del passaggio di piazza degli Angeli che presenta un doppio arco a tutto sesto in pietra. L’opera è posta in alto, sotto le travi a cui è ancorata e, come fosse un intreccio di rami, si estende per tutta la superficie del passaggio, affiorando dai due archi per rendersi visibile all’esterno. Una struttura aerea, agile e leggera, che ricorda la natura degli aquiloni o delle ali di uccello. Il visitatore che passa dà vita all’opera sollevando e muovendo le braccia verso l’alto. In questo modo attiva variazioni musicali (velocità, direzione, variazione dei timbri e degli accadimenti, in stretta relazione con la natura dei gesti (veloci, ampi, improvvisi …). Ciò permette di accogliere il pubblico con suggestioni sonore cangianti che narrano lo scorrere del tempo e l’incidenza che questo ha nella percezione del luogo.
Terra e Cielo è l’ultima delle tre opere, posta nella parte più alta del borgo, in Piazza Capitano Massimi, da dove si può scorgere da un lato la grande vallata, dall’altro la parete esterna del Castello. Realizzata in acciaio cortèn, è un’opera ispirata alla terra: nasce infatti da essa assumendo nella parte iniziale la forma di faglie che emergono dal terreno, si innalzano creando un solido basamento per gli elementi che pian piano proseguono, trasformandosi in condotti sagomati di varie dimensioni. Questi ultimi si inerpicano in alto, si diramano fin verso il cielo, si frastagliano e, come canne d’organo di varia grandezza, diffondono la musica all’intera area circostante; un riferimento suggestivo. al prezioso organo barocco del Bonifazi, che si trova nella Collegiata di Santa Maria Assunta (XIII sec.). L’opera interagisce con il visitatore quando questi si avvicina ai condotti più sottili e soffia, canta o parla all’interno di essi. L’azione viene rilevata, dà vita ad un evento musicale ma allo stesso tempo viene elaborata, integrata e mutuata nella musica. I timbri seguono la forma plastica, austeri e gravi alla base lungo i suoi elementi si trasformano quasi a divenire un canto corale che si diffonde nello spazio circostante e si libera nell’aria.
Affiancano le due artiste un gruppo di lavoro con competenze interdisciplinari che ha maturato un’ampia esperienza nella realizzazione di forme d’arte integrate: Michelangelo Lupone (al quale si deve l’invenzione delle tecnologie e il progetto sonologico), Emanuela Mentuccia (progetto esecutivo e inserimento paesaggistico), Alessio Gabriele, Silvia Lanzalone (progetto software di controllo e musicale). Le opere sono state realizzate dal Centro Ricerche Musicali, centro all’avanguardia per la ricerca artistico-scientifica e per la promozione della cultura musicale, fondato nel 1990 a Roma, ove sono state realizzate in forma temporanea e permanente installazioni d’arte per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e archeologico del nostro paese (collaborando, fra le altre, con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale e la Sovrintendenza dei Beni Archeologici di Pompei ed Ercolano), ma anche con Musei e Siti archeologici di Belgrado, Cairo, Istanbul, San Paolo di Brasile, New Delhi.
VIA DEI CANTI
Laura Bianchini ideazione, progetto artistico e realizzazione musicale
Licia Galizia ideazione progetto plastico-spaziale e realizzazione sculture
Michelangelo Lupone ideazione progetto sonologico
Emanuela Mentuccia progetto esecutivo e d’inserimento paesaggistico
Alessio Gabriele, Silvia Lanzalone progetto software di controllo e musicale
Produzione e realizzazione Centro Ricerche Musicali – CRM, Roma