Varese, il Natale porta una nuova opera al Museo Baroffio del Sacro Monte: l’Interno del Duomo di Milano con l’altare di Santa Tecla di Luigi Bisi
Il Natale porta un nuova opera al Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte di Varese. Sarà esposta dal 26 dicembre l’ “Interno del Duomo di Milano con l’altare di Santa Tecla” del pittore e architetto milanese Luigi Bisi vissuto tra il 1814 e il 1888. L’opera, un olio su tela di dimensioni importanti (155 x 126 cm), è stata donata da Francesco e Irma Caretti nel ricordo di monsignor Tiziano Arioli e monsignor Pino Marelli. Si arricchisce così il patrimonio del Museo che, collocato a fianco del Santuario, in uno dei punti più panoramici e suggestivi di tutto il Sacro Monte di Varese, custodisce al suo interno tre collezioni: quella con le opere provenienti dal Santuario e che attestano la secolare storia di Santa Maria del Monte; l’importante donazione del barone Baroffio Dall’Aglio e infine la sezione, voluta da monsignor Pasquale Macchi, internamente dedicata all’arte sacra contemporanea.
«Questa nuova donazione, che arriva a pochi mesi di distanza da quella della “Filatrice con due bambini” del Maestro della tela jeans, impreziosisce ulteriormente il patrimonio del Museo Baroffio e del Santuario, ma soprattutto testimonia il forte attaccamento al Sacro Monte di Varese, luogo di grande fede ma anche sito d’arte riconosciuto», afferma don Sergio Ghisoni, arciprete della parrocchia di Santa Maria del Monte proprietaria del Museo. «L’affidare da parte di due collezionisti opere di questo livello al Sacro Monte di Varese testimonia come questo sito UNESCO sia custode di un patrimonio antico, che continuamente si rinnova e che sempre di più viene percepito e vissuto come un patrimonio di tutti, da valorizzare e tutelare».
L’ “Interno del Duomo di Milano con l’altare di Santa Tecla” rientra tra le moltissime opere che Bisi dedicò al Duomo di Milano. «Bisi nella produzione artistica prediligeva gli interni delle chiese», spiega Marina Albeni di Archeologistics, realtà varesina impegna nella valorizzazione dei beni culturali cui è affidata la gestione del Museo Baroffio. «Addirittura, si dice che abbia dipinto l’interno della cattedrale milanese per ben 86 volte. In questa serie rientra anche l’opera donata al Museo che fu esposta, tra l’altro, all’Esposizione nazionale del 1872. La produzione del Bisi raccolse già tra i contemporanei un unanime parere favorevole, che ancora oggi attesta l’interesse di queste vedute nelle quali la visione pittorica dell’artista continuamente si rinnova: per Bisi il Duomo era un paese, una valle, un mondo intero che l’artista guardava e scopriva ogni volta».
Il Museo Baroffio e del Santuario è però al centro di un grande interesse in questo periodo: le richieste di prestito e i restauri sono la testimonianza dell’importanza che questo luogo della cultura e la sua collezione ricoprono. È stato da poco stato disallestito il cosiddetto “Paliotto leonardesco”. L’opera, una delle più rappresentative del Museo, è stata portata nel laboratorio di restauro della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, per essere sottoposta a un intervento di restauro conservativo. L’opera sarà oggetto di una pulizia iniziale che permetterà di individuare e definire le fasi successive del restauro.
Il paliotto, datato introno al 1490, viene definito “leonardesco” in quanto nella parte centrale riprende la celebre Vergine delle Rocce, nella versione oggi al Louvre, prima opera nota commissionata a Milano a Leonardo, terminata entro il 1486. L’originale ricamo a rilievo con figure imbottite, in parte dipinte a tempera, rappresenta a sinistra S. Girolamo penitente, con l’inseparabile leone, e a destra S. Francesco che riceve le stigmate, al centro la Vergine con il Bambino e San Giovannino inginocchiato.
L’opera riveste una certa importanza in quanto tratta sicuramente dalla versione parigina della Vergine delle rocce: l’indizio principale è la mano dell’angelo con l’indice puntato verso S. Giovannino inginocchiato a ricevere la benedizione di Gesù; la mano, assente nella versione londinese, nel paliotto è posta entro l’aureola di Gesù Bambino.
L’opera potrebbe ritornare in Museo dal restauro entro novembre 2022.
Tra le novità del Museo Baroffio, si segnalano anche le diverse richieste di prestito per mostre internazionali che la realtà sacromontina sta ricevendo. Nel coso del 2022, un paio di opere lasceranno temporaneamente il Museo per essere ammirate in sedi nazionali ed internazionali. Sono novità che riempiono d’orgoglio il Sacro Monte e che configurano la collezione del Museo Baroffio come una delle più importanti e rappresentative del territorio.
Il Museo Baroffio e del Santuario è aperto in occasione delle festività natalizie da domenica 26 dicembre 2021 a domenica 9 gennaio 2022. Il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 18; i giorni feriali dalle 14 alle 18. Il biglietto d’ingresso è valido anche per la visita alla Cripta del Santuario.
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