Un'opera al femminile in prima assoluta - "Tutta la notte i cani hanno abbaiato" per la Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne Un'opera al femminile in prima assoluta - "Tutta la notte i cani hanno abbaiato" per la Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne

Un’opera al femminile in prima assoluta – “Tutta la notte i cani hanno abbaiato” per la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne

Un'opera al femminile in prima assoluta - "Tutta la notte i cani hanno abbaiato" per la Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne Un'opera al femminile in prima assoluta - "Tutta la notte i cani hanno abbaiato" per la Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donneNovità assoluta giovedì 24 novembre al Teatro Argentina (ore 21) per Tutta la notte i cani hanno abbaiato opera da camera – eseguita in forma di concerto – che l’Accademia Filarmonica Romana ha commissionato a Federica Volante su testo di Sandro Cappelletto, con un cast quasi interamente al femminile, con il soprano Virginia Guidi, l’ensemble vocale EVO, la voce recitante di Angela Favella e l’Imago Sonora Ensemble diretti da Mimma Campanale. Un lavoro di forte impegno civile, liberamente ispirato a una vicenda realmente accaduta, realizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

La nuova opera racconta di come le credenze popolari spesso siano un veicolo di allontanamento ed emarginazione sulla pelle delle donne. Pougbila è una ragazza la cui madre è stata allontanata dal villaggio, additata come una “strega”, perché individuata come la causa della morte di alcuni bambini avvenute nel villaggio stesso. Le donne in questa condizione vagano nella savana con poche possibilità di salvezza (tutti sanno che una donna che vaga da sola è una strega cacciata dal villaggio e chi mai vorrebbe avvicinarla!?) ma in alcuni casi trovano la forza di riunirsi insieme in -delle “case delle streghe” per sopravvivere. Pougbila prova a cercare sua madre vagando anch’essa per trovarla e la riporta nella comunità da cui è stata strappata, riuscendo a convincere il suo villaggio della verità: sua madre è stata allontanata da suo padre per poter abusare di lei, Pougbila. Una doppia violenza, mascherata da un volere superiore di ordine divino.

Compositrice romana, anche pianista, classe 1983, Federica Volante si è diplomata al Conservatorio di musica Santa Cecilia, formandosi e perfezionandosi con Matteo D’Amico, Fabio Vacchi, Mauro Bonifacio e Azio Corghi. Suoi brani sono stati eseguiti da ensemble di musica contemporanea quali Imago Sonora, FontanaMIX e Achrome Ensemble. Pubblica per le edizioni Preludio di Milano e collabora stabilmente con edizioni Ricordi. “Sono grata alla Filarmonica Romana per questa commissione che mi ha dato la possibilità di avvicinarmi ad una tematica importante quale la violenza contro le donne, in una cornice splendida come quella del teatro Argentina – racconta la compositrice -. Il narrare vicende e soprusi apparentemente lontani, ambientati in un paese africano, denuncia in realtà una problematica universale che avviene in qualsiasi comunità, anche nella nostra, seppure con altre modalità. Il comporre mi ha coinvolto sia come donna che come musicista permettendomi di esprimere il messaggio in modo universale e senza slogan. Musicalmente l’opera segue un’idea di classicità, ibridata con elementi etnici e contemporanei e prova a seguire ogni sfumatura del bel libretto di Sandro Cappelletto”.

Molte e molto diverse sono le civiltà create dagli uomini attraverso il tempo della storia. Tutte, ad ogni latitudine, conservano in misura più o meno intollerabile la traccia e la pratica di attitudini violente contro l’autonomia del pensiero e del corpo femminili – racconta Cappelletto –. Questa è la vera storia di una giovane donna che combatte per salvare sé stessa e sua madre. Il suo nome è Pougbila, che in moré, la lingua parlata dall’etnia Mossi in Burkina Faso, significa ‘la mia piccola donna’.  Un’invincibile piccola donna che non crede agli idoli, che strappa il velo delle false verità, dei feticci inventati per opprimere. Pougbila non ha timore, vuole raccontare, testimoniare per sé e per chi verrà dopo di lei”.

La serata si arricchisce della musica di un’altra compositrice, nonché pianista e direttrice d’orchestra, Fanny Mendelssohn, sorella del più celebre Felix, formatasi nella prima metà dell’Ottocento in una delle famiglie “illuminate” appartenenti al più elevato ambiente culturale e sociale nell’Europa dell’Ottocento, eppure soggetta a una terribile violenza psicologica e sociale che le proibì, in quanto donna, di avere un’attività artistica pubblica e riconosciuta al di fuori dell’ambiente domestico. L’ascolto del suo giovanile Trio per pianoforte, violino e violoncello in re minore op. 11, eseguito dal Trio Hèrmes (Ginevra Bassetti violino, Francesca Giglio violoncello, Marianna Pulsoni pianoforte), sarà un’occasione preziosa per godere della musica di quest’artista ingiustamente ostacolata.

Non è la prima volta che l’Accademia Filarmonica Romana commissiona nuove opere di teatro musicale sulla questione femminile. Già nel maggio 2013 era andato in scena al Teatro Olimpico in prima assoluta “Donna, serva della mia casa”, un dittico musicale dei compositori Dimitri Scarlato e Daniele Carnini, che prendeva spunto da due storie di sacrificio e coraggio di giovani donne, ispirate a fatti di cronaca dei nostri giorni (quello di Hina Saleem, la giovane pakistana assassinata dal padre con l’aiuto di altri familiari nel 2006 in provincia di Brescia, perché  ritenuta “colpevole” di convivere con un ragazzo italiano e di avere un lavoro, e la storia di segregazione e umiliazione ispirata alla vicenda di Natascha Kampusch, la ragazza austriaca vittima a 10 anni di un rapimento e segregata per 8 anni, fino a quando riuscì a fuggire dal suo rapitore).

Biglietti: Teatro Argentina da 16 a 26 euro, ragazzi fino a 14 anni 9 euro

 

Infofilarmonicaromana.org, tel. 342 9550100, [email protected]

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