Un omaggio musicale ad Alfonso Ghedin all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
La musica classica è un linguaggio universale che trascende il tempo e lo spazio, e quando viene interpretata da talenti eccezionali, diventa un’esperienza che tocca l’anima. Domenica 2 marzo 2024, alle ore 19, la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone ospiterà un evento straordinario: un concerto in memoria di Alfonso Ghedin, uno dei più grandi violisti e didatti della storia della musica italiana del Novecento. Questo appuntamento, intitolato “Conversazioni Musicali”, rappresenta non solo un tributo a un maestro indimenticabile, ma anche un’occasione unica per ascoltare capolavori di Schumann, Bartók e Brahms, interpretati dagli allievi e docenti dei Corsi di Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Chi era Alfonso Ghedin?
Prima di immergerci nei dettagli del concerto, è doveroso ricordare chi fosse Alfonso Ghedin. Nato nel 1930, Ghedin è stato una figura di spicco nel panorama musicale italiano. Prima viola solista dei Musici e dei Virtuosi di Roma, nel 1970 fondò il Quartetto Beethoven di Roma, insieme a Felix Ayo, Enzo Altobelli e Carlo Bruno. La sua carriera è stata costellata di successi: è stato insegnante di violino e viola al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, prima viola solista dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma e, dal 1982 al 2002, ha ricoperto lo stesso ruolo nell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nominato Accademico di Santa Cecilia nel 2011, dal 2013 al 2017 è stato Coordinatore Artistico e docente di Musica da Camera nell’ambito dei Corsi di perfezionamento ceciliani. La sua scomparsa nel 2022 ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo della musica, ma il suo insegnamento e la sua eredità continuano a vivere attraverso i suoi allievi e colleghi.
Un concerto che onora la memoria
Questo concerto, giunto alla sua terza edizione, è un momento per onorare la memoria di Alfonso Ghedin e per celebrare il suo straordinario contributo alla musica. Il programma, curato nei minimi dettagli, include tre capolavori della letteratura cameristica, scelti per la loro profondità e complessità, che ben rappresentano l’amore di Ghedin per la musica e per l’insegnamento.
Il Programma del concerto
1.Schumann: andante e variazioni op. 46
Il concerto si aprirà con l’Andante e variazioni op. 46 di Robert Schumann, un pezzo che unisce due pianoforti, due violoncelli e un corno. Quest’opera, composta nel 1843, è un esempio magistrale di come Schumann abbia saputo trasformare una semplice melodia in una serie di variazioni ricche di inventiva e intensità emotiva. Gli interpreti saranno i docenti Pier Carmine Garzillo e Federico Manca ai pianoforti, Arianna Di Martino e Matteo Fabi ai violoncelli, e Guglielmo Pellarin al corno.
2.Bartók: sonata per due pianoforti e percussioni BB 115-SZ 110
Il secondo brano in programma è la Sonata per due pianoforti e percussioni di Béla Bartók, un’opera che rappresenta una delle espressioni più innovative della musica del Novecento. Composta nel 1937, questa sonata è una vera sfida per gli interpreti, che devono dimostrare non solo una grande abilità tecnica, ma anche una profonda comprensione del linguaggio ritmico e armonico di Bartók. Sul palco saliranno i pianisti Andrea Lucchesini e Federico Pische, accompagnati da Antonio Catone ai timpani e Isabella Rosini alle percussioni.
3.Brahms: quintetto in fa minore per pianoforte e archi op. 34
Il concerto si concluderà con il Quintetto in fa minore per pianoforte e archi op. 34 di Johannes Brahms, uno dei capolavori assoluti della musica da camera. Composto nel 1864, questo quintetto è un’opera di straordinaria intensità emotiva, in cui Brahms fonde magistralmente la potenza sinfonica con l’intimità della musica da camera. Gli interpreti saranno Jaeden Izik-Dzurko al pianoforte, Sonig Tchakerian al violino, Maria Serena Salvemini e Filippo Bogdanovic ai violini, Chiara Mazzocchi alla viola, e Giorgio Lucchini e Marco Mauro Moruzzi al violoncello.
Un’occasione per trasmettere valori
Questo concerto non è solo un omaggio alla memoria di Alfonso Ghedin, ma anche un’occasione per trasmettere valori come l’armonia, l’amicizia, la fantasia e la sapienza, che hanno sempre guidato il suo lavoro. Attraverso le musiche di Schumann, Bartók e Brahms, i docenti e gli allievi dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia continuano a portare avanti il messaggio di un grande Maestro, dimostrando come la musica possa essere un ponte tra generazioni e un mezzo per esprimere emozioni profonde.
I protagonisti del concerto
Gli interpreti di questo concerto sono un mix perfetto di docenti esperti e giovani talenti, che insieme creano un equilibrio tra esperienza e freschezza. Tra i docenti, spiccano nomi come Andrea Lucchesini, pianista di fama internazionale, Sonig Tchakerian, riconosciuta come una delle migliori violiniste del panorama italiano, e Antonio Catone, percussionista di grande sensibilità. Accanto a loro, gli allievi dei Corsi di Perfezionamento, che dimostrano di aver assimilato gli insegnamenti dei loro maestri e che sono pronti a lasciare il segno nel mondo della musica.
La Sala Petrassi: un tempio della musica
La Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone è il luogo ideale per ospitare un evento di tale portata. Conosciuta per la sua acustica perfetta e per l’architettura elegante, questa sala è un tempio della musica, che accoglie gli spettatori in un’atmosfera magica, dove ogni nota risuona con chiarezza e intensità.
Come partecipare all’evento
Per chi desidera partecipare a questa serata indimenticabile, è possibile acquistare i biglietti sul sito ufficiale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: www.santacecilia.it. Si consiglia di prenotare con anticipo, poiché l’evento è atteso da molti appassionati di musica classica.
Perché non perdere questo concerto?
Questo concerto è un’occasione unica per assaporare la bellezza della musica da camera, interpretata da alcuni dei migliori talenti del panorama musicale italiano. È un momento per ricordare Alfonso Ghedin, ma anche per celebrare la musica, che, come lui ci ha insegnato, è un linguaggio universale che unisce, ispira e commuove.