UDINE, Palazzo Dorta - Emersi i resti di una capanna protostorica UDINE, Palazzo Dorta - Emersi i resti di una capanna protostorica

UDINE, Palazzo Dorta – Emersi i resti di una capanna protostorica

UDINE, Palazzo Dorta - Emersi i resti di una capanna protostorica UDINE, Palazzo Dorta - Emersi i resti di una capanna protostoricaDurante i lavori di restauro conservativo dello storico Palazzo Dorta a Udine, che a breve ritornerà a splendere dei fasti del passato su iniziativa dell’imprenditore Alessandro Salvatelli, sono emersi resti archeologici che vanno dall’epoca protostorica all’età moderna, rivelando novità di grande interesse storico. Tutte le opere di scavo si stanno svolgendo sotto la sorveglianza archeologica da parte della ditta Arxè s.n.c., a opera del dott. Giulio Simeoni, e la direzione scientifica del funzionario archeologo Giorgia Musina per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

Dopo il ritrovamento avvenuto nel dicembre del 2019 di strutture murarie di epoca romana repubblicana (I sec. a.C. – I sec. d.C.), la scorsa settimana durante i lavori per l’apprestamento del garage interrato sono emersi nuovi resti relativi al già noto villaggio fortificato protostorico di II e I millennio a.C. Nell’area del garage inoltre, pur non essendo state rivenute finora evidenze riferibili alle fasi romane e medievali, è emerso in questi giorni anche un pozzo in muratura riferibile al periodo rinascimentale, di circa 1,5 metri di diametro.

Un approfondimento stratigrafico, richiesto dalla Soprintendenza ABAP FVG e accordato dalla committenza, si è reso quindi necessario in virtù dell’eccezionalità delle evidenze emerse nel corso della sorveglianza. Sebbene, al momento, sia stato esposto solo parte di un pavimento in terra battuta con tracce di un probabile focolare e di elementi strutturali (come l’impronta di un travetto ligneo), è verosimile che l’insieme possa essere identificato con ciò che resta di una capanna, le cui eccezionali condizioni di conservazione rappresentano un unicum nel panorama cittadino.

Il deposito archeologico sta inoltre restituendo una discreta quantità di frammenti ceramici, alcuni dei quali testimoniano contatti ad ampio raggio con l’area centro-europea. Lo studio di questi reperti permetterà di precisare la datazione del contesto individuato. Al momento la struttura abitativa sembrerebbe databile all’Età del Bronzo Recente, tra 1300 e 1200 a.C.

“Come Sindaco di Udine e come friulano – ha commentato Pietro Fontanini – non posso che accogliere con soddisfazione la notizia di questo importante ritrovamento che non solo conferma la presenza sul nostro territorio, già dall’età del bronzo, di popolazioni altamente evolute, come testimonia la raffinatezza con cui sono realizzati i reperti ritrovati, ma ci rivela anche come già all’epoca la zona rappresentasse uno dei principali snodi commerciali a livello europeo. Ora non resta che sperare che i lavori ci restituiscano ulteriori sorprese”.

Grazie al generoso impegno della committenza, infatti, è prevista la prosecuzione degli scavi che potranno fornire nuovi elementi per la corretta interpretazione delle successioni stratigrafiche, significative per una maggiore comprensione dello sviluppo delle fasi di vita dell’abitato protostorico da cui ha avuto origine la città di Udine.

I lavori di restauro conservativo in corso nello storico palazzo, ubicato ai piedi del Castello proprio all’angolo di vicolo Sottomonte con affaccio su piazza della Libertà, porteranno alla realizzazione di unità abitative di pregio in grado di coniugare il fascino del passato al comfort delle più moderne tecnologie dell’abitare.

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