Tra genio e follia - John Axelrod torna all’Auditorium di Milano e dirige Beethoven e Schumann Tra genio e follia - John Axelrod torna all’Auditorium di Milano e dirige Beethoven e Schumann
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Tra genio e follia – John Axelrod torna all’Auditorium di Milano e dirige Beethoven e Schumann

Tra genio e follia - John Axelrod torna all’Auditorium di Milano e dirige Beethoven e Schumann Tra genio e follia - John Axelrod torna all’Auditorium di Milano  e dirige Beethoven e SchumannIl quarto appuntamento della Stagione Sinfonica dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi offre al pubblico dell’Auditorium di Milano un programma che si compone di due lavori sinfonici di Robert Schumann e Ludwig van Beethoven, due compositori la cui grandiosa arte risulta indubbiamente interpolata Tra genio e follia, come recita il titolo dell’appuntamento.

Giovedì 21 (ore 20.30), venerdì 22 (ore 20.00), e domenica 24 ottobre (ore 16.00), John Axelrod, graditissimo ritorno all’Auditorium di Miano, dirige la Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 4 in Re minore op. 120 di Robert Schumann, nella versione del 1853. Axelrod conclude con laVerdi un viaggio nel “dittico” delle versioni di questo lavoro sinfonico, dopo aver eseguito insieme all’Orchestra della Toscana la versione del 1841, lo scorso venerdì 8 ottobre. Un affascinante percorso nella genealogia dell’opera, di cui all’Auditorium sarà possibile ascoltare l’ultima versione.

Citando una lettera del compositore a Clara Wieck, Schumann più che mai acquisisce “la consapevolezza che le opere scritte con tanta precipitazione abbisognino di rielaborazioni, specie nell’orchestrazione” contando il fatto che la Quarta fu composta in poco più di quattro mesi, un tempo assai ridotto. Una sinfonia in quattro movimenti, che però Schumann, dopo la revisione, vorrà eseguiti senza soluzione di continuità. Lo si intuisce immediatamente dal primo tempo, in cui la grande unità tematica è subito svelata. Questo gioco di rimandi caratterizza l’intera sinfonia, che pare farci rivivere stati d’animo già vissuti. A tratti pare costellata di flashback, reminiscenze, ricordi e anticipazioni. Ancora: questa doppia “radice” tematica, questo binomio tematico, potrebbe in qualche modo rimandare ai due alter ego di Schumann, Eusebio e Florestano: l’uno più tenero e sensibile, l’altro più ardito e vigoroso. Al primo movimento, così volitivo, ardito e coraggioso fa da contrasto la delicata e intima Romanza, fin dall’inizio siamo in tutt’altra atmosfera: un accordo minore apre il movimento, seguito da un’espressiva melodia dell’oboe e dei violoncelli seguita dal ritorno del tema dell’Introduzione. Lo stesso vale per il terzo movimento, lo Scherzo, traboccante di slancio e d’energia, a tratti volutamente rude, interamente compenetrato dallo stesso tema del vivace. Il Trio, la sezione centrale dello Scherzo, non fa che riprendere il tema giocoso proposto dal primo violino nel corso della romanza. In un lugubre pianissimo, in un’atmosfera nebbiosa e interrogativa, quasi tremolante, sospeso e carico di presagi, attacca in modo inatteso un Lento nel quale compare il fantasma del tema iniziale. Questa nuova “Introduzione”, che riafferma il tratto ciclico della Sinfonia, immette nel tripudio del Finale. A partire da uno splendido Fugato si sviluppa lentamente un climax che ci conduce alla grandiosa coda finale, in accelerando, da ultimo quasi colma di ebbrezza.

Un finale grandioso. Quasi come quello della Settima Sinfonia in La maggiore op. 92 di Beethoven, una delle più amate dal pubblico e dai musicisti, rappresenta un capolavoro senza tempo, una delle vette inusitate del sinfonismo di tutti i tempi. Richard Wagner la definirà come “un’apoteosi della danza nella sua massima essenza, l’azione del corpo tradotta in suoni ideali”, in cui ogni movimento è una gemma preziosa del repertorio. Si pensi in particolare all’Allegretto, un capolavoro d’invenzione melodica, che sembra una marcia funebre ma una marcia funebre non è.

È il sottile margine che separa la genialità dalla follia che sarà il fil rouge di questo appassionante programma da concerto. Questo aspetto vale in particolare per Schumann, che trascorse gli ultimi due anni della sua vita in una casa di cura per malattie mentali, dopo una crisi che lo condusse a un tentativo di suicidio. Dopo la sua morte gli psichiatri dell’epoca si esercitarono tentando di formulare su di lui diverse diagnosi. Oggi possiamo domandarci: era solo patologia o c’era qualcosa di grandioso nel suo genio che era sfuggito di mano?

Conosciamo grandi creatori nella letteratura, nella pittura e nella musica che hanno incanalato la potenza delle passioni nella loro opera, e che hanno potuto continuare finché gli argini della produzione artistica hanno contenuto il fiume turbolento di quel che si agitava in loro. Un’oscillazione tra genio e follia, questa è l’esistenza di questi grandi artisti. E Schumann e Beethoven ne sono esempio senza pari.

In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana del 23 luglio 2021, a partire dal 6 agosto 2021 per accedere in Auditorium è necessario presentare la propria Certificazione verde Covid-19 (green pass) associata a un documento di identità.

Per ottenerla, oltre alla vaccinazione, è possibile sottoporsi a un tampone antigenico o molecolare secondo le modalità e tempistiche di legge.

In mancanza della documentazione necessaria non sarà consentito l’accesso.

Il concerto di domenica 24 ottobre è realizzato con la partnership di CELIM – Centro Laici Italiani per le Missioni, Organizzazione Non Governativa nata nel 1954 iscritta nell’elenco delle Organizzazioni della Società Civile (OSC) dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e riconosciuta dall’Unione Europea. La raccolta fondi organizzata è finalizzata a sostegno del progetto «Green School», iniziativa che mira a diffondere nella società civile la conoscenza dei temi ambientali e a favorire atteggiamenti, azioni e forme di partecipazione attiva delle scuole, della popolazione e delle istituzioni, volti alla tutela dell’ambiente, alla lotta ai cambiamenti climatici e alla mitigazione dell’impatto antropico.

Biglietti

Intero: 36 € in platea, 27 € in galleria. Over 60 e Convenzioni: 27 € (platea), 21 € (galleria). Under 30 e Sostenitori: 19 € (platea), 17 € (galleria).

Orari biglietteria: Lunedì – Sabato, 10 – 19;

Recapiti: T. 02 83389.401, e-mail: [email protected]

Conferenza

Il concerto di giovedì 21 ottobre sarà preceduto alle ore 18.30 da una conferenza introduttiva nel foyer della balconata dell’Auditorium.

L’Ingresso è libero fino a esaurimento posti. Fino a nuove disposizioni anti-Covid-19 i posti disponibili sono 25: per partecipare scrivere a [email protected] entro mercoledì 20/10.

Biografia

John Axelrod, direttore

Con un repertorio estremamente vasto, programmi innovativi e un carismatico stile direttoriale, John Axelrod continua ad imporsi sempre più come uno dei direttori più interessanti del panorama odierno sinfonico e operistico. Nel 2019 è stato nominato Direttore Principale Ospite della Kyoto Symphony, consolidando così il suo profilo internazionale. Nel 2014 è stato nominato Direttore Principale e Direttore Artistico della Real Orquesta Sinfónica de Sevilla (ROSS), incarichi estesi fino alla stagione 2019-2020. Altre posizioni ricoperte nel tempo sono quelle di Direttore Principale Ospite dell’Orchestra Sinfonica di Milano “G.Verdi” (2011-17), Direttore Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire (2009-2013), Direttore Principale e Musicale della Luzerner Sinfonie Orchester e del Teatro di Lucerna (2004-2009), Direttore Musicale della “Hollywood in Vienna” (2009-2011) con la ORF Radio Orchestra, Direttore Principale della Sinfonietta di Cracovia (2001-2009). Sin dal 1996, John Axelrod ha diretto oltre 176 orchestre nel mondo, 33 titoli d’opera e 60 prime assolute. Fra le orchestre con cui ha collaborato più lungamente figurano la Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, la NDR Symphony di Amburgo, l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, la hr-Sinfonieorchester di Francoforte, la Dresden Philharmonie, i Dortmund Symphoniker, i Duesseldorf Symphoniker, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI Torino, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestre de Paris, la Danish Radio Symphony, la Oslo Philharmonic, la Prague Radio Symphony, la l’Orchestra della RTVE di Madrid, la OSI di Lugano, le orchestre sinfoniche di Shanghai e Suzhou, la Camerata Salzburg e l’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo, nonché la Novaiya Rossia di Mosca e L’Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo. In Giappone, John Axelrod dirige regolarmente la NHK e la Kyoto Symphony, e negli USA ha diretto spesso la Chicago Symphony, la Los Angeles Philharmonic e la Philadelphia Orchestra, fra le molte altre. Il Maestro Axelrod ha recentemente debuttato con grande successo sul podio della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. Fra i Festival con cui è solito collaborare figurano l’Enescu Festival, il Salzburg Festival, il Beethoven Festival di Varsavia, lo Schleswig Holstein Festival, il Festival di Ravello, il Verbier Festival e il Pacific Music Festival di Sapporo. Il Maestro Axelrod continua la sua lunga collaborazione con la Sinfonietta Cracovia, con cuiha recentemente diretto nel 2020 il concerto commemorativo del compositore Krzysztof Penderecki. In ambito operistico, ha diretto Candide di Bernstein al Théâtre du Châtelet, al Teatro alla Scala e al Maggio Musicale Fiorentino,Eugene Onegin al Teatro San Carlo di Napoli, Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny di Kurt Weill e la prima assoluta di Un romano a Marte di Montalti al Teatro dell’Opera di Roma, Mirandollina di Martinü al Teatro La Fenice di Venezia, la premiere di Lo Specchio Magico di Fabio Vacchi e La traviata al Maggio Musicale Fiorentino. Tra il 2004 e il 2009, al Festival di Lucerna ha diretto: Rigoletto, The Rake’s Progress, Don Giovanni, Three Penny Opera, Falstaff e Idomeneo. Nel 2020 è stato invitato a inaugurare il Festival Puccini con una nuova produzione di Gianni Schicchi, quale prima opera andata in scena in Europa dopo la pandemia di Covid-19. Appassionato sostenitore delle nuove generazioni di musicisti, John Axelrod è stato Direttore Principale nel 2016 e 2018, ha portato in tournée la Santander Orchestra in Polonia, la Schleswig-Holstein Festival Orchestra al Salzburg Festival, l’Orchestra Giovanile Italiana in Italia, l’Orchestra dell’Accademia alla Scala a Muscat, the NordDeutsche Junge Philharmonie in Germania, e la Vienna Jeunesse Orchester in Austria. John Axelrod collabora regolarmente con artisti di fama internazionale fra i quali Lang Lang, Daniel Hope, Fazil Say, Thomas Hampson, Martin Grubinger, Patricia Kopatchinskaya, Gabriela Montero, Vadim Guzman, David Garrett, Khatia Buniatishvili, Enrico Dindo, Nadja Michael, Jan Lisiecki, Albrecht Mayer, Rinat Shaham, Andreas Blau, José Maria Gallardo del Rey, Wallis Giunta. Incide regolarmente sia il repertorio di tradizione che quello contemporaneo per etichette quali Sony Classical, Warner Classics, Ondine, Universal, Naïve e Nimbus. Con la Telarc, l’Orchestra Sinfonica di Milano G. Verdi e i solisti Dame Felicity Lott, Wolfgang Holzmair, Indra Thomas e Nicole Cabell ha pubblicato un album che include Sinfonie di Brahms e Lieder di Clara Schumann intitolato Brahms Beloved. Dal 2013, il Maestro Axelrod è anche fondatore dell’associazione CultureALL in Svizzera, che collabora con l’UNESCO, e commissiona nuovi lavori ai compositori, sostiene giovani musicisti e favorisce l’accesso a eventi culturali e al patrimonio culturale per le persone meno abbienti e svantaggiate della comunità in generale. È anche fondatore e direttore artistico dei Concerti Culinaires de Chardonne. Il Maestro Axelrod insegna direzione d’orchestra agli studenti di tutto il mondo attraverso la sua “Conductors Masterclass Online”. È anche autore di due libri pubblicati, “Wie Großartige Music Ensteht” per Henschel Verlag e “Lenny and Me”. John Axelrod si è laureato nel 1988 presso l’Università di Harvard. Formato personalmente da Leonard Bernstein nel 1982, ha studiato anche al Conservatorio di San Pietroburgo con Ilya Musin nel 1996 ed è stato mentore di Christoph Eschenbach dal 1997 al 2000, quando abbiamo fatto il suo debutto professionale come assistente alla direzione d’orchestra per il Parisfal al Festival di Bayreuth.

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