Torna in scena FEDRA con LAURA LATTUADA a Spoleto
Il Teatro Romano di Spoleto, il 29 agosto alle ore 21.15, si trasformerà in un palcoscenico di intensa riflessione e dramma con la messa in scena di FEDRA di Ghiannis Ritsos, una produzione della Compagnia Zerkalo, in collaborazione con Arcadia & Ricono srl e con la gentile concessione di Ery Ritsou. Questo spettacolo promette di essere un’esperienza teatrale unica, che unisce la passione poetica del grande autore greco alla maestria scenica di Alessandro Machìa.
Il Testo di Ghiannis Ritsos: Un’Opera di Passione e Desiderio
La Fedra di Ritsos è una riflessione densa e carica di significato sul desiderio e la bellezza. Scritto in esilio e completato nel 1975, poco dopo la caduta del regime dei Colonnelli, questo testo fa parte della raccolta Quarta dimensione ed è considerato uno dei capolavori del poeta. In quest’opera, Ritsos esplora il desiderio come oltranza e abisso, confondendo estasi e tormento in una rappresentazione che è sia carnale che mistica.
Una Regia Visionaria: Alessandro Machìa
Alessandro Machìa, con il suo spazio scenico e la regia, dirige questa rappresentazione con una visionarietà che amplifica la forza del testo. La sua regia non solo mette in risalto la drammaticità della narrazione, ma crea un’atmosfera che amplifica la tensione emotiva tra i personaggi, rendendo il desiderio di Fedra e il suo tormento palpabili e avvolgenti.
Laura Lattuada e Andrea Beruatto: Un’Interpretazione di Eccellenza
Laura Lattuada interpreta Fedra con una intensità e passione che promettono di conquistare il pubblico. La sua performance sarà un viaggio attraverso le profondità del desiderio e della disperazione. Dall’altro lato, Andrea Beruatto, nel ruolo di Ippolito, rappresenta il corpo desiderato e esposto allo sguardo, un’immagine statica di bellezza e distacco che alimenta la follia di Fedra.
Costumi e Luci: Elementi di Suggestione
I costumi di Laura Giannisi e le luci di Giuseppe Filipponio sono progettati per amplificare la dimensione simbolica della produzione. I costumi non solo riflettono l’epoca e il contesto, ma esaltano la caratterizzazione dei personaggi, mentre le luci creano un’atmosfera che è al tempo stesso claustrofobica e sacra, contribuendo alla intensità emotiva della scena.
L’Habitat Sonoro: Un’Immersione Sensoriale
Giorgio Bertinelli si occupa dell’habitat sonoro, creando una tessitura di suoni reali e rumori che emergono dalla psiche di Fedra. Questo lavoro di sonorizzazione non solo arricchisce l’esperienza visiva, ma amplifica la quarta dimensione del testo di Ritsos, offrendo un’esperienza immersiva e onirica.
Il Palcoscenico: Una Scena Obitorio
La scenografia di Machìa è essenziale e potente, descrivendo una scena obitorio invasa da una luce bianca. Gli elementi di arredo sono ridotti all’essenziale, rendendo il palcoscenico un luogo freddo e distaccato dove si consumano le tensioni e i conflitti della narrazione. Questa scelta visiva sottolinea la crudezza e la spietatezza del dramma.
La Drammaturgia: Confessione e Morte
Nel dramma di Ritsos, Fedra si confronta con il proprio desiderio bruciante per Ippolito, un desiderio che viene dichiarato con una ferocia inesorabile. La confessione di Fedra è un atto di auto-esposizione, una dichiarazione di passione e di tormento che si confronta con la gelida santità di Ippolito. La scena diventa un campo di battaglia emotivo e intellettuale dove le parole fungono da bisturi.
Il Suicidio e la Vendetta: Una Soluzione Estrema
La tragedia culmina con il suicidio di Fedra e la vendetta attraverso la lettera infamante. Questo gesto finale è l’unica possibilità rimasta per toccare e compromettere l’amato, un atto di disperazione e di vendetta che mette in luce la tragica inconciliabilità tra desiderio e realtà.
La Risonanza e il Successo
Dopo il successo del debutto all’VIII edizione di FESTIV’ALBA, lo spettacolo FEDRA torna a conquistare il pubblico con una ripresa il 6 settembre presso l’Area Archeologica di Carsulae (Terni). Questo nuovo appuntamento rappresenta una chance imperdibile per vivere un’esperienza teatrale che unisce arte e riflessione, offrendo una visione intensa e provocatoria di uno dei testi più importanti di Ghiannis Ritsos.