Torna a Livorno il festival di Teatro di narrazione “Scenari di quartiere”
Torna a Livorno dal 7 al 22 settembre “Scenari di quartiere”, il festival di Teatro di narrazione nato nel 2016 da un’idea di Fabrizio Brandi e Marco Leone, organizzato dalla Fondazione Teatro Goldoni di Livorno e dal Comune di Livorno con la direzione artistica di Fabrizio Brandi ed il contributo dell’Associazione Quartieri Uniti di Livorno.
Giunto alla sua quarta edizione, il festival rimane fedele e sviluppa ulteriormente l’idea da cui è partito: portare il Teatro fuori dal Teatro, tra la gente, in luoghi inusuali, suggestivi, spesso legati alla storia della città. E’ un Teatro che si riappropria della sua valenza originaria: tornare nelle strade e nelle piazze per cercare di innescare processi di rigenerazione di quei luoghi, favorire relazioni, condivisione, pensiero. Andare incontro ai bisogni, affrontare e mettere in rilievo le mancanze, le criticità, anche questo è il ruolo dell’arte. Cultura, spettacolo, partecipazione e territorio, si legano così in uno scambio continuo di conoscenza e valorizzazione.
Il Teatro entra così in tanti quartieri della città (Shangay, Garibaldi, Collinaia, San Jacopo, Antignano, Benci centro, Sorgenti, Ovosodo, Fabbricotti) con artisti di punta come Bobo Rondelli e Giobbe Covatta, valorizzandone spazi spesso non deputati alla cultura, ma che risultano estremamente recettivi in termine di coinvolgimento e partecipazione.
Un teatro semplice, scarno come quello di narrazione, ma ricco di contenuti e capace di emozionare, che coinvolge 9 location con altrettanti protagonisti, tutti nomi importanti del teatro di narrazione italiano e non solo: tra questi, oltre ai due già citati Rondelli e Covatta, incontreremo Mario Perrotta, Oscar De Summa, Roberto Mercadini, Daria Paoletta, Michele Crestacci, i bravi attori del Teatro Stabile d’Abruzzo e Juan Martín Guevara che racconterà chi è stato veramente il carismatico fratello maggiore: dal suo struggente memoir emergerà un “Che” inedito, intimo.
Sabato 7 settembre
via Turati (Quartiere SHANGAY)
COS’ HAI DA GUARDARE
Bobo Rondelli chitarra e voce
Steve Lunardi violino – Claudio Laucci pianoforte
Domenica 8 settembre
piazza del Castello (Quartiere ANTIGNANO)
ITALIANI CINCALI
di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta
Interpretato e diretto da Mario Perrotta
Giovedì 12 settembre
via Fortunato Garzelli, 11 (Quartiere COLLINAIA)
DIARIO DI PROVINCIA
di e con Oscar De Summa
Venerdì 13 settembre
Scoglio della Regina (Quartiere SAN JACOPO)
DOBBIAMO UN GALLO AD ASCLEPIO
Monologo sull’origine della filosofia
di e con Roberto Mercadini
Sabato 14 settembre
piazza Magenta (Quartiere MAGENTA)
FONTAMARA
dal romanzo di Ignazio Silone – adattamento e drammaturgia Francesco Niccolini
con Angie Cabrera, Stefania Evandro, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio, Giacomo Vallozza
regia Antonio Silvagni
Domenica 15 settembre
piazza XX Settembre (Quartiere OVOSODO)
IL CHE, MIO FRATELLO
JUAN MARTIN GUEVARA
Intervista a Juan Martin Guevara condotta da Antonio Cervi e Eva Giovannini
e lettura dei brani più significativi tratti del libro Il Che, mio fratello.
Voce narrante Fabrizio Brandi
Venerdì 20 settembre
piazza Cavallotti (Quartiere BENCI-CENTRO)
FELICE
di Michele Crestacci e Alessandro Brucioni
con Michele Crestacci
produzione mo-wan teatro – coproduzione Scenari di Quartiere – Fondazione Teatro Goldoni
Sabato 21 settembre
piazza Gavi (Quartiere BORGO CAPPUCCINI)
AMORE E PSICHE
di e con Daria Paoletta
Domenica 22 settembre
Villa Fabbricotti (Quartiere FABBRICOTTI)
LA DIVINA COMMEDIOLA
di e con Giobbe Covatta
Mercoledì 11 settembre
cortile interno via Castelnuovo (Quartiere COTETO)
Esito finale laboratori teatrali di narrazione:
LA COMUNITA’
“La crisi si vede dai visi”
Condotto da Fabrizio Brandi in collaborazione con Francesco Niccolini e Carla Bertolotti Pantani
RACCONTI
mo-wan teatro
Condotto da Alessandro Brucioni e Michele Crestacci
Nei giorni di spettacolo, ore 17.30
VISITA GUIDATA DEI QUARTIERI
Ogni giorno di spettacolo con ritrovo alle ore 17.30 nei pressi del palcoscenico, la guida turistica livornese Fabrizio Ottone accompagnerà gli interessati alla conoscenza del quartiere dove si svolge l’attività teatrale. L’iniziativa (gratuita e della durata di un’ora) è organizzata dalla Fondazione Goldoni in collaborazione con l’Associazione Quartieri Uniti Livorno
I dettagli degli spettacoli
Sabato 7 settembre
Via Filippo Turati (QUARTIERE SHANGAY)
COS’ HAI DA GUARDARE
narrazione – concerto tratto dall’ omonimo libro edito da Mondadori
BOBO RONDELLI chitarra e voce
STEVE LUNARDI violino
CLAUDIO LAUCCI pianoforte
Bobo Rondelli, uno degli ultimi “poeti maledetti” della canzone italiana d’autore, darà voce ad un racconto autobiografico tra canzoni e narrazione ispirato al libro di recente uscita Cos’hai da guardare, edito da Mondadori. In questo racconto Rondelli ci accompagnerà con il suo stile melancomico dentro la sua vita di artista e di uomo, facendo i conti con chi l’ha messo al mondo, con la città che lo ha visto crescere, con le donne, la beatitudine, la dannazione, la solitudine, l’alcol e la droga, con la musica e i suoi miti: i Beatles, Lou Reed, Iggy Pop, Guccini e naturalmente, il faccia a faccia con l’ altro grande livornese Piero Ciampi.
Domenica 8 settembre
Piazza del Castello (Quartiere ANTIGNANO)
ITALIANI CINCALI
di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta
con MARIO PERROTTA
L’emigrazione italiana nelle miniere di carbone del Belgio, raccontata attraverso un’epopea popolare, fatta di uomini scambiati con sacchi di carbone, di paesi abitati solo da donne, di lettere cariche di invenzioni per non svelare le condizioni umilianti di quel lavoro, di mogli che rispondono a quelle lettere con le parole dettate dall’unico uomo rimasto in paese: il postino. È lui che racconta tutto quello che ha visto, sentito, letto e scritto. Racconta come può, come deve, ricostruendo uno spaccato violento e amaramente ironico di un Italia uscita dalla guerra e pronta ad affrontare il boom economico. È così che le sue storie, così apparentemente personali, ritraggono senza ipocrisia, uno dei capitoli più amari della nostra storia repubblicana.
Giovedì 12 settembre
via Fortunato Garzelli,11 (Quartiere COLLINAIA)
DIARIO DI PROVINCIA
di e con OSCAR DE SUMMA
Niente, non succede niente, solo la depressione da calura estiva. La noia è la sovrana di un regno bruciato in cui uomini e donne indugiano senza concludere nulla, rassegnati. Stare nella piazza deserta a guardare le cosce delle donne, bere e rubare alla luce del sole: questo è il sud raccontato da Oscar De Summa, questa è la Puglia amata e odiata da Oscar. Ma lui è anche il protagonista di una narrazione in cui il ragazzo dice no all’asfissia dei giorni eternamente uguali e lo fa ribellandosi ingenuamente: cambiando lavoro prima e abbigliamento dopo, inseguendo le mode del nord ma trovandosi piantato sempre nella stessa palude. Un affresco divertente dietro cui si nasconde una tragedia, un risvolto drammatico che forse rappresenta l’unica rottura ad una routine che annienta ogni speranza, ogni gesto eroico. Il pubblico ride delle superstizioni, dei vecchi e degli uomini e delle donne frastornate dal caldo, e ridendo non si accorge di essere condotto sul ciglio dell’inevitabile precipizio, al di là del quale non esiste nessuna cura, nessun sollievo.
Venerdì 13 settembre
Scoglio della Regina (Quartiere SAN JACOPO)
DOBBIAMO UN GALLO AD ASCLEPIO
Monologo sull’origine della filosofia
di e con ROBERTO MERCADINI
L’origine della filosofia è stata, assieme, anche l’origine della logica, della matematica, della geometria, dell’astronomia, delle scienze in genere. Queste cose sono cresciute, per molto tempo, come un corpo compatto, un tronco unico. L’albero è ormai immenso, con ramificazioni a miriadi. Ma torniamo, per una volta, indietro: al germogliare della pianta. Ragioniamo sul cominciare della ragione. Gettiamo luce sull’origine della luce. Guardiamo. Cosa si vede? Molta follia, certo. E molto buio.
Perché uno dei principali documenti al riguardo (e il più ampio) è un testo frammentario, inattendibile, involontariamente esilarante: “Le vite dei filosofi” di Diogene Laerzio (III secolo d.C.). Se non lo conoscete, vale la pena farci un giro dentro. Ma, a dirla tutta, farci un giro vale la pena anche se lo conoscete a menadito: siamo all’oscura origine della luce; alla folle alba della ragione; all’unica fonte delle infinite diramazioni; al comico, vertiginoso elevarsi dello spirito umano.
Sabato 14 settembre
piazza Magenta (Quartiere MAGENTA)
FONTAMARA
dal romanzo di IGNAZIO SILONE
adattamento e drammaturgia FRANCESCO NICCOLINI
una produzione Teatro Stabile d’ Abruzzo – Teatro Lanciavicchio
con la collaborazione del Centro studi Ignazio Silone
con Angie Cabrera, Stefania Evandro, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio, Giacomo Vallozza – regia Antonio Silvagni
Voci. E Fantasmi. Talvolta fantasmi di fantasmi. Cinque attori danno voce ad un mondo, ad un paese, ai suoi abitanti e pure ai loro carnefici. Raccontano, quasi fosse un’opera sinfonica a più voci, la storia di Fontamara, dei Fontamaresi, di Berardo Viola e di Elvira. Le voci dei protagonisti si accavallano con quelle dei personaggi minori: ogni attore deve acrobaticamente passare da un’identità all’altra. Giuvà, Matalè, il loro figlio, Marietta, Scarpone, e poi il generale Baldissera, Papasisto, Venerdì Santo, Ponzio Pilato, Betta Limona, l’impresario, il cavalier Pelino, don Circostanza, le mogli, i carabinieri, un prete venduto, un sacrestano disperato…un mondo si affolla sul palcoscenico attraverso una partitura ferrea, un’alternanza di presenze e testimonianze. Perché di testimoni si sta parlando: quasi fossimo di fronte a un giudice, o forse al Giudizio Universale, sono tutti chiamati a ricostruire quei giorni osceni pieni di vergogna violenza e disumano accanimento sui più indifesi.
Domenica 15 settembre
piazza XX Settembre (Quartiere OVOSODO)
IL CHE, MIO FRATELLO
JUAN MARTIN GUEVARA
Intervista a Juan Martin Guevara condotta da Antonio Cervi e Eva Giovannini Lettura dei brani più significativi tratti del libro Il Che, mio fratello. Voce narrante Fabrizio Brandi
Cinquant’anni dopo la morte del “Che”, il fratello Juan Martín Guevara racconta per la prima volta chi è stato veramente il carismatico fratello maggiore. Dal suo struggente memoir emerge un “Che” inedito, intimo. Con aneddoti di vita famigliare e di un ambiente colto, eccentrico, anticonvenzionale nell’Argentina degli anni Trenta e Quaranta, Juan Martín ci consegna anche una toccante testimonianza sui genitori. Una rievocazione traboccante d’amore sulla complicità tra due fratelli e sul fascino che una personalità leggendaria del XX secolo continua a esercitare sui giovani di oggi. Un racconto sulla forza irresistibile della nostalgia.
Venerdi 20 settembre
piazza Cavallotti (QUARTIERE BENCI-CENTRO)
FELICE
di Michele Crestacci e Alessandro Brucioni
con MICHELE CRESTACCI
produzione mo-wan teatro
co-produzione Scenari di Quartiere – Fondazione Teatro Goldoni
Voci confuse, odori forti, furgoni, banchi e bilance. Colori, carretti, pozzanghere. Spazzatura. E’ sabato. Racconto di una piazza, una città, una nazione. Il mattino con le prime luci dell’alba, il silenzio per strada, le voci assonnate tra i banchi di frutta e verdura, il bar e le sue discussioni “filosofiche” e i frati caldi, vecchie donne in cerca di cibo con le sporte vuote, lo sguardo che scorre sui prezzi, sulle offerte del giorno, Remo e i suoi racconti di guerra. Aprono i primi supermercati, i parcheggi a pagamento, cade il muro, l’arrivo dell’Euro. Ritratto di un ragazzino che diventa uomo e di un mercato che cambia, di un mondo che scompare e di una umanità che resiste. La storia del mercato come paradigma della storia umana. Un parallelo tra i cambiamenti del commercio e di una comunità. Tra storie di amore e tradimenti, crudeli ed ostinate concorrenze commerciali, si snoda la vicenda sullo sfondo di una immensa piazza dove risuonano le voci dei mercanti e del popolo.
Sabato 21 settembre
piazza Gavi (Quartiere BORGO CAPPUCCINI)
AMORE E PSICHE
di e con DARIA PAOLETTA
La novella di ‘Amore e Psiche’ composta nelle sue Metamorfosi da Apuleio nel II sec. d.C., racconta di un amore travagliato e ostacolato dalla diversità dei due amati: Amore è un Dio mentre Psiche è una mortale, ma bella come una Dea. Una saga di personaggi che dividono l’Olimpo dalla Terra, le divinità dai mortali, per scoprire che non c’è poi tanta differenza, gli uni assomigliano agli altri. Daria riscrive il mito di Amore e Psiche, adattando la narrazione al mestiere dell’attore. Una scena nuda che prende vita attraverso la forza del linguaggio vocale e corporeo, tali da creare ambientazioni e condividere suggestioni. Il tentativo è di condurre il pubblico in un mondo immaginifico e, attraverso l’arte teatrale, ritrovare se stessi.
Domenica 22 settembre
Villa Fabbricotti (Quartiere FABBRICOTTI)
LA DIVINA COMMEDIOLA
di e con GIOBBE COVATTA
Tanti illustri personaggi hanno letto e commentato la Divina Commedia del grande Dante Alighieri. Giobbe Covatta ha recentemente reperito in una discarica il manoscritto di una versione “apocrifa” della Commedia scritta da tal Ciro Alighieri, ovviamente in napoletano… Giobbe ci presenta la sua personale versione dell’opera totalmente dedicata ai diritti dei minori. I contenuti ed il commento sono spassosi e divertenti, ma come sempre accade negli spettacoli del comico napoletano, i temi sono seri: conoscere i modi più omuni con cui i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza vengono calpestati equivale a diffondere una cultura di rispetto, di pace e di eguaglianza per tutte le nuove generazioni.