Tim Robbins ospite al Magna Graecia Film Festival Tim Robbins ospite al Magna Graecia Film Festival
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Tim Robbins ospite al Magna Graecia Film Festival

Tim Robbins ospite al Magna Graecia Film Festival Tim Robbins ospite al Magna Graecia Film FestivalÈ una conferenza stampa all’insegna della dicotomia quella che si è svolta nella sede della Regione Calabria di Germaneto.

Andiamo per ordine: dal 27 Luglio al 4 Agosto si svolge, a Catanzaro, la seconda edizione del Magna Graecia Film Festival, kermesse straordinaria e fondamentale, per il territorio e non solo.

Torniamo alla dicotomia: una sala asettica, bianca, può trasformarsi, d’improvviso, in un Teatro?

Pare proprio di sì: ecco infatti che dopo lunghi minuti di brusio, cala il silenzio e scatta un fragoroso applauso: appare Mr. Tim Robbins, premio Oscar, artista celebrato in ogni dove dell’orbe terracqueo, che è venuto in Italia per presentare…un concerto.

Ecco dunque la dicotomia fare di nuovo capolino, e l’uomo apparentemente più moderno di ogni moderno smettere i panni della star per indossare quelli del musicista, dell’uomo di teatro, del capocomico impegnato a 360 gradi con la sua compagnia, la Actor’s Gang, una compagine come quelle di una volta, dotata di un ampio repertorio e presa da mille progetti, anche sociali, come quello del teatro in carcere.

“Negli USA” ha dichiarato Robbins “la nostra compagnia è riuscita dove il governo ha fallito o è stato latitante, soprattutto nella riforma del sistema carcerario; dopo anni di impegno volontario vediamo riconosciute solo oggi le nostre attività con piccoli contributi statali”.

Ma perché è qui, Mr. Robbins?

Forse, in occasione del 30ennale del suo capolavoro “Le ali della libertà” sta cercando ancora, come il personaggio da lei interpretato, di smuovere le volontà di burocrati miopi, di arrivare alla sua personalissima Ziwataneo? Un posto libero, spoglio, dove poter tornare a essere semplicemente uomini?

Robbins nicchia, parla del suo progetto assieme alla Rogues Gallery Band, ricordando che la musica arriva prima del teatro, nella sua vita, col debutto assieme al padre musicista: “avrò avuto tra i 6 e gli 8 anni; la mia era una famiglia di artisti, con un profondo senso musicale. Nel 2009 mi sono trovato a passare un periodo difficile e ho registrato le canzoni che avevo scritto da ragazzo, assieme ad altre composizioni. Così, solo per me.

Poi, in occasione di un memorial in onore di Robert Altman ho incontrato *** che mi ha semplicemente chiesto “cosa stai facendo?”.

Credevo volesse sapere se stessi preparando un film, e invece mi ha sorpreso: “intendo con la musica”. “Abbiamo messo su una band, abbiamo prodotto un album e siamo andati in giro per il mondo con questo progetto. Poi, durante la pandemia, Al è mancato, per cui la ripresa di questo progetto è dedicata a lui, servirà a tenere vivo il suo spirito”.

Mr. Robbins cosa pensa della situazione in USA?

Come giudica la candidatura di Kamala Harris?

“A 65 anni, in America, si è soliti andare in pensione. Avendo io 65 anni e facendo tanti mestieri ho dovuto decidere da quale ritirarmi. Ho pensato che quello di sostenitore politico potesse essere il mestiere giusto da cui ritirarsi. Chiedete ai carcerati della California cosa pensino della candidatura di Kamala Harris; io non ho nessun commento da fare, a riguardo. E comunque, c’è anche un terzo candidato alla Casa Bianca. Anche se non ne parla mai nessuno. Ma il mio non è un endorsement.”

Eccolo l’artista impegnato, che oggi pensa ad impegnarsi solo sui suoi progetti che, musica a parte, sono tanti: “ho appena finito di girare la seconda stagione della serie SILO, spero ci sia occasione di fare la terza. Ma il progetto più importante è la nuova produzione della mia compagnia teatrale, la Actors Gang. Un musical scritto come una tragedia greca con elementi di Vaudeville. Si intitola Topsy Turvy e tratta di quello che è successo nel mondo in questi ultimi cinque anni”.

Robbins è un fiume in piena, parla di Covid (ve lo ricordate?), dei suoi strascichi: “è un mondo che ha rinunciato al confronto, il nostro. Da una barricata all’altra è pieno di esperti che ci dicono come dovremmo comportarci, come dovrebbero andare le cose. Invece credo che dovremmo tornare a essere studenti, a tentare di capire ciò che ancora non abbiamo inteso. Tornare a parlarci, magari a discutere, pure animatamente, che importa? La piazza è stata sostituita dalla tribù. Difendiamo le nostre opinioni come totem, ma a cosa ci porterà tutto questo?”

Ma il cinema, Mr. Robbins?

“Oggi pare molto difficile reperire fondi per girare film che non trattino di fumetti, super eroi o macchine che vanno a grande velocità; in Europa vedo molti progetti di grande qualità. Anche io avrei tante storie da raccontare, però mi piacerebbe farlo nel solco della tradizione dei grandi maestri degli anni ‘60/‘70.

E ancora non ho trovato “il mio Medici” (sic), un mecenate che me ne dia la possibilità”.

Tim Robbins riceverà domani il premio Colonna d’oro e sarà in scena al Magna Graecia Film Festival il giorno seguente, con la sua band, per un concerto che si prospetta, nelle parole di Gianvito Casadonte, direttore della kermesse e di Silvia Bizio, giornalista e grande amica di Robbins “un evento straordinario, unico, molto diverso dalla consueta programmazione del Magna Graecia Film Festival”

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