“The Lamb Lies Down on Broadway” rivive con “Estro” e danza
Non è mai facile approcciare un concept album, men che mai quando si tratta del lavoro di mostri sacri come i Genesis di Peter Gabriel. La sfida che hanno accettato gli Estro – Genesis Cover Band insieme ai ballerini della RBR Dance Company non è di quelle semplici.
The Lamb Lies Down on Broadway è il sesto album in studio del gruppo inglese, primo e unico concept album della band (se si esclude From Genesis to Revelation, avulso però dalla produzione successiva), consacrazione di Peter Gabriel, autore di soggetto e testi, ultimo lavoro prima della carriera solista.
Si dice che questo sia dovuto al compimento di un apice creativo non più ripetibile o, come sostengono i più maliziosi, al fatto che gli altri membri dei Genesis non accettassero ormai più di essere riconosciuti in tutto e per tutto nel loro leader.
Quasi una rock opera, l’album nasce per essere rappresentato e racconta la storia di Rael, un giovane portoricano fuoriuscito dal riformatorio di Pontiac e, come dice lo stesso Gabriel:
È come un pellegrinaggio spirituale sulle strade di New York. Un viaggio nell’anima, in un mondo difficile che fornisce immagini alle varie situazioni. Una delle influenze fu il film El Topo di Alejandro Jodorowsky, che avrei poi invitato a lavorare con me a una sceneggiatura di The Lamb Lies Down On Broadway [progetto mai andato in porto, NdR].
Nelle rappresentazioni del fortunato tour 1974-75, a farla da padrone era il talento istrionico di Peter Gabriel, capace di cambiarsi molte volte di costume e di interpretare magnificamente i personaggi conseguenti.
In questo caso si dividono le parti musicali e attoriali: della prima si occupano gli Estro – Genesis Cover Band, con una esecuzione personale ma senza licenze, rigorosa come si usa in un vero atto d’amore. La seconda, invece, è affidata alla RBR Dance Company Illustionistheatre, compagnia di ballerini capace di esaltare il lavoro scenografico con un’esibizione curata e di gran livello. Particolarmente riuscite le rappresentazioni dei brani trainanti, In The Cage e The Carpet Crawlers.
Tornando alla musica, va segnalata la presenza di un bis composto da Los Endos, in una inconsueta posizione di scaletta (è il brano che tipicamente ha concluso i concerti dei Genesis), esaltata dalla doppia batteria di Ugo Cosentino e Pino Vecchioni, una Firth of Fifth imprecisa ma appassionata, eseguita con la tastiera al posto del flauto come in Seconds Out e concluso dalla parte finale di The Musical Box, evidente captatio benevolentiae ma di grande effetto, con Roberto D’Amore che indossa la maschera da vecchio come il miglior Gabriel.
The Lamb Lies Down on Broadway è un dance & music drama riuscito e originale, grazie anche ai buoni uffici di Luigi Caiola, Claudio Morici e Nanni Civitenga , senza dimenticare il lavoro eccellente di coreografia da parte di Cristiano Fagioli e Cristina Ledi.
C’è un ritorno importante del prog dopo tanti anni di buio. I tanti fan che (ri)scoprono questo genere troveranno in The Lamb Lies Down on Broadway uno spettacolo curato, capace di coniugare una bella esecuzione sonora con un lavoro scenico di assoluta qualità.
The Lamb Lies Down on Broadway torna il 22 febbraio ad Assisi e a grande richiesta il 12 aprile al Teatro Italia di Roma