Stasera in tv a “MovieMag” ospite Dario Argento
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Stasera in tv a “MovieMag” ospite Dario Argento

Il maestro italiano del brivido si racconta a Federico Pontiggia Melissa Greta conduce “MovieMag“, il magazine cinematografico di Rai Cultura in onda su Rai Movie (canale 24 del digitale terrestre) mercoledì 1° novembre, alle ore 23.15, e in replica il giorno successivo nella notte di Rai1. Una puntata ricca di grandi nomi del cinema italiano…

Stasera in tv arriva il grande cinema con “House of Gucci”
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Stasera in tv arriva il grande cinema con “House of Gucci”

Ridley Scott racconta uno dei più grandi creatori di moda italiani Basato sul romanzo della giornalista di moda Sara Gay Forden, intitolato “La saga dei Gucci. Una storia vera di moda, avidità, crimine”, il film “House of Gucci” diretto da Ridley Scott, è proposto in prima visione mercoledì 18 ottobre alle 21.25 su Rai 1….

Tutti i premiati del FILMING ITALY BEST MOVIE AWARD
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Tutti i premiati del FILMING ITALY BEST MOVIE AWARD

Il 3 settembre 2023 alle ore 12:30 nella Sala Tropicana dell’Italian Pavilion dell’Hotel Excelsior avrà luogo la conferenza stampa di presentazione della nuova edizione del FILMING ITALY BEST MOVIE AWARD, in cui i co-fondatori del premio Tiziana Rocca, Direttore Generale e Artistico Filming Italy Award e Vito Sinopoli, Amministratore Unico Duesse Communication e Presidente onorario del Premio, annunceranno tutti i premiati di quest’anno. La cerimonia…

A Bardonecchia Madame Bovary, il capolavoro di Flaubert rivisitato in chiave moderna dall’Accademia dei Folli
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A Bardonecchia Madame Bovary, il capolavoro di Flaubert rivisitato in chiave moderna dall’Accademia dei Folli

Martedì 8 agosto alle 21 al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, per la stagione Scena 1312, va in scena un grande classico della letteratura rivisitato in chiave moderna: l’Accademia dei Folli presenta Madame Bovary, una riduzione teatrale, curata da Emiliano Poddi, del romanzo capolavoro di Flaubert, pubblicato nel 1856 a puntate sulla famosa rivista “Revue de Paris”. Madame Bovary narra la storia…

Fu ai tempi della scuola che David divenne “il figlio del fisarmonicista”. Era il primo giorno di lezione nella scuola di Obaba. La nuova maestra passava di banco in banco col registro degli alunni in mano. “E tu? Come ti chiami?” chiese quando mi si avvicinò. “José”, risposi, “ma tutti mi chiamano Joseba”. “Molto bene”. La maestra si rivolse al mio compagno di banco, l’ultimo a cui doveva ancora chiedere “E tu? Qual è il tuo nome?” Il ragazzo rispose imitando il mio modo di parlare “Io sono David, ma tutti mi chiamano il figlio del fisarmonicista”. Per esser più precisi, il figlio del fisarmonicista di Obaba, mitica cittadina dei Paesi Baschi. Sono passati tanti anni e tanti ancora, Joseba si reca in California per il funerale di David. Lì riceve da Mary Ann, la vedova di David, un taccuino di ricordi in lingua basca scritto dall’amico. Scrivere in basco era testimonianza di vita e identità di un popolo orgoglioso, testimonianza di una lingua sempre meno parlata, ma per questo ancora più preziosa. Scrivere in basco per David era lasciare in eredità profonde radici alle sue due amate figlie, Liz e Sara. Del taccuino esistevano 5 copie, Joseba, rispettando la volontà testamentaria dell’amico, porterà con sé ad Obaba dove ancora vive, una delle cinque copie per consegnarla alla biblioteca della cittadina. Prima però ha cura di tradurre le memorie dell’amico in castigliano e di integrare alcuni ricordi comuni, perché nulla vada perso, perché tutto possa essere seme e concime. Come seme e concime diventa tutto ciò che viene sotterrato, perché quando sotterri qualcosa con un rituale condiviso, non lo stai occultando, ma gli stai dando una nuova potente e invisibile vita. Così accade agli uomini e così accade alle parole basche che per gioco David seppellisce in giardino con le figlie in scatole di fiammiferi. Seppellire parole per ricordarle in eterno, così come si ricordano gli affetti defunti. Un gesto potente e antico vissuto nell’innocenza del gioco, che racchiude tutta l’essenza di questo incredibile libro: il dono del ricordo, delle origini, dell’appartenenza. Appartenenza che significa anche parlare e capire una lingua che si sta dissolvendo pian piano… Dove sono ora i 100 modi per dire farfalla? Si chiederà per tutta la vita David malinconico. I contadini di Obaba guardavano le farfalle che si muovevano qui e là e non dubitavano mai sui loro nomi: questa mitxirrica, txoleta, inguma, nomi che potevano sembrare privi di senso a chi stava dimenticando il basco. Le parole basche del taccuino di David brillano come stelle nella notte dell’oblio, sono lì a ricordarci di ricordare… La memoria prende vita e racconta degli anni sessanta ad Obaba, del regime franchista, sulle vicende che hanno riguardato il separatismo basco, la democrazia e il terrorismo dell’ETA, della gioventù che solleva veli e scopre gli orrori fascisti e le fucilazioni e le mani sporche di sangue dei propri familiari, dei propri padri… Così David nel quaderno del gorilla trova nomi e elenchi di vittime e carnefici che si muovono nel passato… Un passato doloroso da cui lui stesso discende, un passato che inizia ad abitare i suoi incubi notturni. Ma non possiamo cambiare neppure una virgola del nostro passato, nè cancellare i danni che ci inflitti dai nostri padri. Possiamo però cambiare noi stessi, "riparare i guasti", riacquisire la nostra integrità perduta. Possiamo fare questo nel momento in cui decidiamo di capire, riguardare gli eventi passati memorizzati nel nostro corpo, per accostarli alla nostra coscienza. Si tratta indubbiamente di una strada difficile, ma è l'unica che ci dia la possibilità di trasformarci, da vittime inconsapevoli del passato, in individui responsabili che conoscono la propria storia e hanno imparato a vivere con essa. Ed è proprio come la differenza tra spago e corda che tanti anni fa gli spiegò l’uomo che ad Obaba si guadagnava da vivere vendendo polizze assicurative antincendio. Portava con sé una corda lunga quasi un metro, la corda era il suo arnese per ricordare le cose, in essa erano infilate una serie di piccoli oggetti che l’uomo faceva scorrere tra le mani come un rosario: un pezzo di carbone, un bastoncino bruciato, delle monete, delle farfalle. Ogni volta che le sue dita incontravano un oggetto, si accendeva in lui un ricordo. Quella corda l’uomo la regalò a David. Si potrebbe pensare che a partire da quel giorno David tenne sempre con sé la corda, ma come sempre accade i “fatti non sono mai all'altezza delle idee o delle promesse”. La verità è che la corda finì nel comodino della sua camera per anni e gli tornò in mente solo quando iniziò a scrivere il suo libro e decise di applicare quel modo di ricordare alla sua penna, sarebbe andato da un tema all'altro proprio come le dita dell'agente di assicurazioni andavano dal pezzo di carbone, al bastoncino bruciato, alle monete, alle farfalle. “conserva la corda. Un giorno ti sarà utile - mi disse quell'uomo. La sua profezia si sarebbe avverata”.

Recensione: Il figlio del fisarmonicista – La magia delle parole sepolte

Il figlio del fisarmonicista di Bernardo Atxaga Traduzione di Paola Tomasinelli 21lettere edizioni Fu ai tempi della scuola che David divenne “il figlio del fisarmonicista”. Era il primo giorno di lezione nella scuola di Obaba. La nuova maestra passava di banco in banco col registro degli alunni in mano. “E tu? Come ti chiami?” chiese…

Il film del giorno: "Made in Italy" (su La7)

Il film del giorno: “Made in Italy” (su La7)

Oggi vi consigliamo Made in Italy, in onda su La7 (canale 7, o 507 per l’HD, del digitale terrestre) alle 23.15. Il film è una serie di bozzetti di costume, raccolti in gruppi initolati: “Usi e costumi” “Il lavoro” “La donna” “Cittadini, Stato e Chiesa” “La famiglia” Fra i molteplici episodi alcuni si distinguono per uno…

Lino Banfi ospite speciale del LIFF10 - Lamezia International Film Fest
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Lino Banfi ospite speciale del LIFF10 – Lamezia International Film Fest

Il LIFF10 – Lamezia International Film Fest è orgoglioso di annunciare che uno dei personaggi più rappresentativi della commedia italiana sarà ospite speciale della decima edizione. Lino Banfi sarà il protagonista della serata di apertura del festival, nonché di una mostra a lui dedicata per celebrare gli innumerevoli successi e la sua carriera costellata di momenti indimenticabili. Attore in oltre cento…

SE MI RICORDO TI SPOSO al Teatro de' Servi-Roma
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SE MI RICORDO TI SPOSO al Teatro de’ Servi-Roma

Una nuova brillante commedia firmata da I PEZZI DI NERD è pronta ad entusiasmare il Teatro de’ Servi, dal 2 al 14 maggio: SE MI RICORDO TI SPOSO con la regia di Marco Simeoli.  Una esilarante e rocambolesca ricostruzione degli eventi per far tornare la memoria ad Andrea in procinto di nozze con Liliana. La…

Marianella Bargilli e Silvia Siravo "Spose" al Teatro Off/Off di Roma
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Marianella Bargilli e Silvia Siravo “Spose” al Teatro Off/Off di Roma

Da mercoledì 26 a domenica 30 aprile lo spettacolo Spose • le nozze del secolo con Marianella Bargilli e Silvia Siravo sarà in scena all’OFF/OFF Theatre di Roma. Scritto da Fabio Bussotti e diretto da Matteo Tarasco, racconta la vera storia d’amore di due donne che l’8 giugno del 1901 alle ore 7,30 si sposarono nella…

Fu ai tempi della scuola che David divenne “il figlio del fisarmonicista”. Era il primo giorno di lezione nella scuola di Obaba. La nuova maestra passava di banco in banco col registro degli alunni in mano. “E tu? Come ti chiami?” chiese quando mi si avvicinò. “José”, risposi, “ma tutti mi chiamano Joseba”. “Molto bene”. La maestra si rivolse al mio compagno di banco, l’ultimo a cui doveva ancora chiedere “E tu? Qual è il tuo nome?” Il ragazzo rispose imitando il mio modo di parlare “Io sono David, ma tutti mi chiamano il figlio del fisarmonicista”. Per esser più precisi, il figlio del fisarmonicista di Obaba, mitica cittadina dei Paesi Baschi. Sono passati tanti anni e tanti ancora, Joseba si reca in California per il funerale di David. Lì riceve da Mary Ann, la vedova di David, un taccuino di ricordi in lingua basca scritto dall’amico. Scrivere in basco era testimonianza di vita e identità di un popolo orgoglioso, testimonianza di una lingua sempre meno parlata, ma per questo ancora più preziosa. Scrivere in basco per David era lasciare in eredità profonde radici alle sue due amate figlie, Liz e Sara. Del taccuino esistevano 5 copie, Joseba, rispettando la volontà testamentaria dell’amico, porterà con sé ad Obaba dove ancora vive, una delle cinque copie per consegnarla alla biblioteca della cittadina. Prima però ha cura di tradurre le memorie dell’amico in castigliano e di integrare alcuni ricordi comuni, perché nulla vada perso, perché tutto possa essere seme e concime. Come seme e concime diventa tutto ciò che viene sotterrato, perché quando sotterri qualcosa con un rituale condiviso, non lo stai occultando, ma gli stai dando una nuova potente e invisibile vita. Così accade agli uomini e così accade alle parole basche che per gioco David seppellisce in giardino con le figlie in scatole di fiammiferi. Seppellire parole per ricordarle in eterno, così come si ricordano gli affetti defunti. Un gesto potente e antico vissuto nell’innocenza del gioco, che racchiude tutta l’essenza di questo incredibile libro: il dono del ricordo, delle origini, dell’appartenenza. Appartenenza che significa anche parlare e capire una lingua che si sta dissolvendo pian piano… Dove sono ora i 100 modi per dire farfalla? Si chiederà per tutta la vita David malinconico. I contadini di Obaba guardavano le farfalle che si muovevano qui e là e non dubitavano mai sui loro nomi: questa mitxirrica, txoleta, inguma, nomi che potevano sembrare privi di senso a chi stava dimenticando il basco. Le parole basche del taccuino di David brillano come stelle nella notte dell’oblio, sono lì a ricordarci di ricordare… La memoria prende vita e racconta degli anni sessanta ad Obaba, del regime franchista, sulle vicende che hanno riguardato il separatismo basco, la democrazia e il terrorismo dell’ETA, della gioventù che solleva veli e scopre gli orrori fascisti e le fucilazioni e le mani sporche di sangue dei propri familiari, dei propri padri… Così David nel quaderno del gorilla trova nomi e elenchi di vittime e carnefici che si muovono nel passato… Un passato doloroso da cui lui stesso discende, un passato che inizia ad abitare i suoi incubi notturni. Ma non possiamo cambiare neppure una virgola del nostro passato, nè cancellare i danni che ci inflitti dai nostri padri. Possiamo però cambiare noi stessi, "riparare i guasti", riacquisire la nostra integrità perduta. Possiamo fare questo nel momento in cui decidiamo di capire, riguardare gli eventi passati memorizzati nel nostro corpo, per accostarli alla nostra coscienza. Si tratta indubbiamente di una strada difficile, ma è l'unica che ci dia la possibilità di trasformarci, da vittime inconsapevoli del passato, in individui responsabili che conoscono la propria storia e hanno imparato a vivere con essa. Ed è proprio come la differenza tra spago e corda che tanti anni fa gli spiegò l’uomo che ad Obaba si guadagnava da vivere vendendo polizze assicurative antincendio. Portava con sé una corda lunga quasi un metro, la corda era il suo arnese per ricordare le cose, in essa erano infilate una serie di piccoli oggetti che l’uomo faceva scorrere tra le mani come un rosario: un pezzo di carbone, un bastoncino bruciato, delle monete, delle farfalle. Ogni volta che le sue dita incontravano un oggetto, si accendeva in lui un ricordo. Quella corda l’uomo la regalò a David. Si potrebbe pensare che a partire da quel giorno David tenne sempre con sé la corda, ma come sempre accade i “fatti non sono mai all'altezza delle idee o delle promesse”. La verità è che la corda finì nel comodino della sua camera per anni e gli tornò in mente solo quando iniziò a scrivere il suo libro e decise di applicare quel modo di ricordare alla sua penna, sarebbe andato da un tema all'altro proprio come le dita dell'agente di assicurazioni andavano dal pezzo di carbone, al bastoncino bruciato, alle monete, alle farfalle. “conserva la corda. Un giorno ti sarà utile - mi disse quell'uomo. La sua profezia si sarebbe avverata”.

Recensione: Il figlio del fisarmonicista – La magia delle parole sepolte

Fu ai tempi della scuola che David divenne “il figlio del fisarmonicista”. “Era il primo giorno di lezione nella scuola di Obaba. La nuova maestra passava di banco in banco col registro degli alunni in mano. “E tu? Come ti chiami?” chiese quando mi si avvicinò. “José”, risposi, “ma tutti mi chiamano Joseba”. “Molto bene”….