Symphonic Bop, il trio svizzero Vein apre la XXI edizione di Orchestra Senza Confini
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Symphonic Bop, il trio svizzero Vein apre la XXI edizione di Orchestra Senza Confini

Un concerto evento, di grande rilievo musicale e in prima italiana, presso il Piccolo Teatro di Milano, apre la XXI edizione di Orchestra Senza Confini e ha per protagonista gli svizzeri del trio Vein, formazione di Basilea tra le grandi realtà del jazz europeo, acclamata sia nel vecchio continente sia al di fuori dall’Europa.

La loro proposta porta nel jazz materiali, strutture e colori provenienti dal mondo della musica classica – come ricorderà il pubblico dell’Atelier Musicale dove il gruppo si è esibito due anni fa – mantenendo però tutti gli aspetti performativi e di interplay tipici del jazz. Questa volta Vein diventerà parte della Civica Jazz Band di Enrico Intra, chiamata a realizzare un progetto speciale che è stato recentemente presentato con successo in altri paesi europei, dalla Svezia alla Danimarca, e il cui titolo non lascia dubbi sull’originalità dell’operazione: la musica si articola infatti tra il mondo sinfonico e la memoria del bop attraverso la mediazione della grande orchestra jazz.

Un programma che apre nuovi orizzonti espressivi e porta il jazz di oggi in un mondo compositivo in cui  la big band diventa una variante dell’orchestra sinfonica, realizzando una proposta originale nelle strutture, ma con ampi spazi lasciati agli interventi solistici improvvisati, dove le composizioni  contengono elementi riscontrabili nel mondo sinfonico, ma hanno anche il groove e l’improvvisazione di marca jazzistica e realizzano un caleidoscopio musicale del tutto contemporaneo. Il progetto è la logica conseguenza della storia personale dei singoli componenti di Vein, che condividono gli studi classici e la frequentazione di quel mondo, nel quale hanno lavorato con grandi personalità come Pierre Boulez, Kent Nagano o Heinz Holliger, ma hanno alle spalle anche una solida formazione jazzistica e sono stati al fianco di  jazzisti di assoluto livello come Dave Liebman, Greg Osby e Glenn Ferris, operando intensamente nella tradizione della musica di derivazione africana americana.

Ingresso: 18 euro

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