SUMMER PLAYS Sere d’estate al Teatro Carignano: stasera GIULIETTA di Federico Fellini
«Ecco, questa ebbrezza, questa emozione, questa esaltazione, questo immediato sentirmi a casa mia, io l’ho provato subito, la prima volta che sono entrato sotto la tenda di un circo; e non era nemmeno l’ora dello spettacolo, con il chiasso della gente che si affolla e la musica che riempie l’aria di fragore assordante; no, era la mattina presto e sotto il tendone dorato che respirava appena, come una grande panciona calda, accogliente, non c’era nessuno. Si sentiva un gran silenzio incantato, di lontano la voce di una donna che cantava sbattendo i panni e solo, il nitrito di un cavallo, da qualche parte. Sono rimasto rapito, sospeso, come un astronauta abbandonato sulla luna che ritrova la sua astronave».
Federico Fellini, da Jacqueline Risset, L’incantatore, Libri Scheiwiller 1994
«La donna è meravigliosa. La donna è l’universo. Forse questa è una concezione tantrica. La donna è la parte altrui dell’uomo, ma gli è superiore perché essa nasce adulta, antica…»
Federico Fellini intervistato da Toni Maraini, 1994
Nell’anno del centenario di Federico Fellini, martedì 23 giugno 2020 alle ore 21.00, andrà in scena al Teatro Carignano di Torino Giulietta, uno spettacolo di Valter Malosti da un racconto di Fellini adattato per il teatro da Vitaliano Trevisan. Lo spettacolo è prodotto da TPE – Teatro Piemonte Europa ed è incluso nella rassegna concertata con il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale Summer Plays.
Giulietta sarà replicato fino a domenica 28 giugno e vede nel ruolo della protagonista Roberta Caronia, una delle attrici più versatili e popolari della nuova generazione. I costumi sono di Patrizia Tirino, le scene di Paolo Baroni, le luci di Francesco dell’Elba, le musiche originali di Giovanni d’Aquila, mentre il progetto sonoro, che include musiche di Nino Rota e dello stesso Federico Fellini, è di Valter Malosti.
Giulietta, l’unica opera narrativa di una certa consistenza pubblicata dal regista riminese, è un racconto di cui Fellini stesso suggerì la stampa, in lingua tedesca, per l’editore svizzero Diogenes nel 1989. Si tratta della prima idea-soggetto di quello che nel 1965 diventerà il film Giulietta degli spiriti: un “trattamento”, ovvero la fase intermedia tra il soggetto e la sceneggiatura. Una sorta di film semilavorato. Scritto curiosamente tutto in soggettiva come un flusso di coscienza della protagonista.
“Non si trattava dunque di lavorare su un prodotto finito, il film, ma su un semi-lavorato, il trattamento; e anzi, dal confronto con il film, che Fellini stesso riteneva non completamente riuscito, e con la sceneggiatura, il trattamento risulta vincente, più ricco, con una sua spiccata autonomia”, testimonia Vitaliano Trevisan, autore della versione teatrale del testo che Valter Malosti ha portato in scena per la prima volta nel 2004, vincendo il Premio Hystrio 2004 per la regia, mentre la prima interprete, Michela Cescon, vinse il Premio della critica teatrale 2003-2004 e l’Ubu 2004 come migliore attrice.
Così lo descrive Valter Malosti: “Giulietta è una struggente favola psicanalitica, una favola contemporanea dai toni mozartiani sull’identità frammentata, sull’anima, raccontata con un tono vagamente infantile ed inquietante, una moderna Alice attraverso lo specchio, specchio con il quale si apre e si chiude lo spettacolo e il racconto felliniano. Ma Giulietta è anche una lunga e irridente seduta spiritica descritta da chi ci crede, anche, almeno un poco; eco delle frequentazioni di maghi, veggenti e spiritisti scovati da Fellini e Giulietta Masina in quegli anni un po’ in tutta l’Italia. E oltre alla parapsicologia, evidente in questo testo di Fellini è la sua vicinanza alla psicanalisi: un modo di convivere con i propri fantasmi che Fellini, dopo averlo maturato alla scuola junghiana di Ernest Bernhard, non abbandonò più. Un circo, una pista da circo: al centro sta Giulietta in qualche modo inchiodata, come la Winnie di Giorni felici di Samuel Beckett, come una farfalla raccolta da un entomologo e lì depositata. E intorno, tutti i suoi fantasmi, gli spiriti, evocati dalla presenza di nude marionette e da una fittissima partitura di suono”.
BIOGRAFIE:
Valter Malosti
Regista, attore e artista visivo, Malosti conduce un lavoro che guarda alla trasversalità delle arti; sospeso tra tradizione e ricerca. I suoi spettacoli hanno ottenuto numerosi premi dalla critica italiana e straniera. Ricordiamo, tra gli altri, il recente premio internazionale Flaiano (2017) per la regia di Venere in pelliccia di David Ives, il premio UBU per la regia di Quattro Atti Profani di Antonio Tarantino, il premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro per Shakespeare/Venere e Adone, il premio Hystrio per la regia di Giulietta di Fellini. Inverno di Jon Fosse ha vinto il premio UBU come miglior testo straniero messo in scena in Italia. Malosti ha diretto opere di Nyman, Tutino, Glass, Corghi e Cage, spesso in prima esecuzione, e per il Teatro Regio di Torino Le nozze di Figaro di Mozart. Come attore Malosti ha lavorato per quasi un decennio con Luca Ronconi, e al cinema con Mimmo Calopresti, Franco Battiato e Mario Martone. È stato Manfred (Schumann/Byron), per la direzione d’orchestra di Gianandrea Noseda, prodotto in collaborazione tra Teatro Regio di Torino e il Teatro Stabile di Torino / Teatro Nazionale.
L’ultimo progetto ideato da Malosti è stato «Me, mi conoscete». Primo Levi a teatro, che includeva la creazione de Se questo è un uomo (nomination ai Premi Ubu 2019 per la regia e il progetto sonoro).
Dal 2010 al 2017 ha diretto la Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino.
È stato anima e direttore artistico della compagnia Teatro di Dioniso per quasi trent’anni. Dal 2018 dirige la Fondazione Teatro Piemonte Europa di Torino.
Roberta Caronia
Attrice palermitana, diplomata giovanissima all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, entra subito a far parte della Compagnia dei Giovani del Teatro di Roma e da lì inizia un viaggio che la vede interprete della grande prosa, da Brecht a Shakespeare, da Strindberg ai Tragici, anche in tournée internazionali, dal Festival di Madrid all’Olimpico di Vicenza fino al Teatro Antico di Epidauro. Nel 2009 al Teatro Greco di Siracusa vince il Premio della Stampa con il ruolo di Antigone al fianco di Giorgio Albertazzi per la regia di Daniele Salvo che la dirige anche ne La Tempesta al Festival Shakespeariano di Verona.
Nel 2012 è la protagonista femminile di The Coast of Utopia di Tom Stoppard, per la regia di Marco Tullio Giordana. Tra gli altri, lavora anche con Y. Kokkos, W. Pagliaro, V. Pirrotta, E. Giordano e Valter Malosti che la dirige nel Berretto a sonagli e in Ifigenia in Cardiff. È vincitrice del Premio Virginia Reiter 2017 e della Menzione d’Onore al Premio Duse 2018. Sul grande schermo nel 2011 è in concorso al Festival del Cinema di Roma con l’opera prima di Samuele Rossi La Strada Verso Casa, per il quale vince la Menzione speciale al Terre di Siena Film Festival. Recita anche in Lea (2015) ancora una volta diretta da Marco Tullio Giordana. nel 2018 veste il ruolo di Silvana in Momenti di trascurabile felicità, per la regia di Daniele Luchetti. In tv lavora con registi come Pellegrini, Tavarelli, Ribuoli, Angelini, Lodovichi, Marengo e Sironi. Nel 2017 è la protagonista femminile nella mini-serie di Rai1 I fantasmi di Portopalo con Beppe Fiorello e Giuseppe Battiston. Nel 2018 è stata tra i protagonisti della serie Rai Il Cacciatore nell’enigmatico ruolo di Vincenzina Bagarella. Nell’autunno 2019 veste i panni del Commissario Leonardi nella serie di Rai1 La strada di casa che la vede coprotagonista al fianco di Alessio Boni e Sergio Rubini.
INFO BIGLIETTERIA
Teatro Carignano, piazza Carignano 6 – Torino
Orari degli spettacoli: da martedì 23 a domenica 28 giugno 2020 – ore 21.00
Biglietteria Teatro Carignano, piazza Carignano 6 – Torino
tel 011 5169484 – 011 5169555. Numero Verde 800 235 333
dal lunedì alla domenica, orario 13.00/19.00
on-line teatrostabiletorino.it
Biglietti Posto unico numerato € 10,00 – posto unico numerato under18
e Studenti Universitari € 5,00