Stasera torna l’appuntamento con “Nel secolo breve”
1944, la primavera di Roma
Dopo 271 giorni di occupazione, la città esplode. I romani escono di corsa dalle loro case, si riversano nelle strade, riempiono le piazze. Gioia, grida, applausi. Gli americani, i liberatori venuti da lontano, lanciano caramelle e cioccolata al sapore di pace. Si balla, si canta. Le donne romane li abbracciano e li baciano. Il giorno successivo la festa si sposta in piazza San Pietro, dove Pio XII viene salutato come il salvatore della città per l’opera dei conventi e delle parrocchie. La popolazione irrompe nelle carceri, negli alberghi, in tutte le sedi dei comandi militari e di polizia. I tedeschi in ritirata sfilano in un silenzio quasi irreale, senza essere attaccati. La gente è stanca, la guerra è finita. Si festeggia il fatto di poter uscire di casa dopo esser rimasti per tanto tempo chiusi al buio: “Le testimonianze ci raccontano di giovani renitenti alla leva, scampati ai bandi di arruolamento.