Stasera torna l’appuntamento con “Dove sta Zazà?”
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Stasera torna l’appuntamento con “Dove sta Zazà?”

Il cabaret nel primo dopoguerra

Stasera torna l’appuntamento con “Dove sta Zazà?”

Continua il viaggio nei ricordi di Pier Francesco Pingitore che racconta “Dove sta Zazà“, programma del 1973 con Gabriella Ferri, Enrico Montesano, Pippo Franco, Oreste Lionello e Pino Caruso. La seconda puntata, in onda lunedì 8 luglio alle 22.10 su Rai Storia, è dedicata al cabaret nel periodo del primo dopoguerra e del fascismo in Italia: Gabriella Ferri canta “Chitarrata Romana”, il corpo di ballo si esibisce in “Maramao perché sei morto”, Pippo Franco ed Enrico Montesano raccontano degli anni e delle canzoni del ventennio. Pino Caruso fiancheggia Montesano in uno sketch comico sulla vita mondana.

Il titolo del programma prendeva spunto dalla canzone napoletana Dove sta Zazà? rilanciata da Gabriella Ferri. Tale canzone veniva proposta in una sorta di antesignano “videoclip”, girato dallo stesso Falqui con la cantante vestita da clown in un deposito ferroviario. In un’altra puntata la Ferri cantava Ciccioformaggio in una discarica di rifiuti.

Il programma era basato sulle canzoni della Ferri, sempre dal vivo (a parte i registrati), e sulle esibizioni dei quattro comici che la coadiuvavano nella conduzione, i quali interpretavano sketch ispirati agli spettacoli di cabaret del passato: la prima puntata era dedicata alle atmosfere della Belle époque, la seconda agli anni del Fascismo, la terza al Dopoguerra, la quarta al futuro.

La Ferri interpretava anche duetti con gli altri conduttori e con ospiti: si ricorda in proposito la canzone La cammesella cantata con Montesano, che eseguì uno spogliarello scherzoso, oppure il duetto con Claudio Villa, in una gara di sfottò attraverso gli stornelli romani. Il programma aveva inoltre un corpo di ballo di dodici elementi, sei maschili e sei femminili.

La sigla di chiusura del programma era la canzone Sempre cantata dalla Ferri, che fu molto apprezzata dal pubblico.

Il programma venne ripreso a colori, con una scenografia di Zitkowsky

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