Stasera in tv un grande appuntamento con Divini devoti
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Stasera in tv un grande appuntamento con Divini devoti

I Gesuiti

Stasera in tv un grande appuntamento con Divini devoti

Giambattista Gaulli, detto il Baciccio, nella Chiesa del Gesù, e il gesuita Fratel Andrea Pozzo; nella Chiesa di Sant’Ignazio, sono i precursori di quel genere di arte – diffusa prima in tutta Europa e successivamente in tutto il mondo – che è il barocco. Le due chiese, legate ai Gesuiti, sono al centro di “Divini devoti”, con Claudio Strinati, in onda mercoledì 6 marzo alle 20.20 su Rai 5.

La puntata prosegue con una visita all’Università Gregoriana per approfondire un tema portante per i Gesuiti, quello della formazione (il Collegio Romano), della scuola e delle missioni in terre lontane. Ospiti, Lydia Salviucci Insolera, docente di Storia dell’arte presso l’Università Pontificia Gregoriana, e Alessandro Zuccari, esperto d’arte.

Il Barocco è un movimento estetico, ideologico e culturale sorto in Italia tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, e dall’Italia propagatosi in tutta Europa nel mondo delle arti, della letteratura, della musica, e in numerosi altri ambiti, fino alla metà del XVIII secolo. In senso stretto l’espressione viene riferita a una specifica corrente artistica fiorita a Roma tra il terzo e il quarto decennio del XVII secolo e rappresentata in modo eminente dall’opera di Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona, con cospicui antefatti nell’opera di alcuni autori tardo-cinquecenteschi, come il Veronese, il Tintoretto e soprattutto i Carracci. Ma lo snodo fondamentale è costituito dall’opera di Caravaggio. In senso generale il Barocco è stato definito una «denominazione e qualifica dello stile secentesco: dapprima con senso dispregiativo, a indicare opera o forma goffa, pesante, strampalata, soprattutto artificiosa e involuta; oggi come designazione positiva e storica di quella civiltà letteraria e artistica (compresa tra il Rinascimento e l’Illuminismo)».

Lo storico francese Fernand Braudel individua nell’epoca barocca il punto di massimo irradiamento della grande civiltà italiana, indicando nel Barocco «una nuova forma di gusto.»

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