Stasera in tv torna l’appuntamento con Under Italy
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Stasera in tv torna l’appuntamento con Under Italy

Nel ventre dell’Abruzzo

 

Stasera in tv torna l’appuntamento con Under Italy
Nell’ultima puntata di “Under Italy”, in onda lunedì 15 luglio alle 20.20 su Rai 5, l’archeologo Darius Arya si addentrerà sotto il lago che non c’è più: il Lago Fucino, in Abruzzo – terzo lago d’Italia fino al 1800 – definitivamente prosciugato da Alessandro Torlonia, dopo il primo tentativo degli antichi Romani. Ma l’Abruzzo è anche la regione dove si trovano i più grandi laboratori sotterranei del mondo, i laboratori Nazionali del Gran Sasso, le grotte naturali che nel paleolitico vennero utilizzate dai primi uomini che abitarono queste terre, le vedute panoramiche di Campo Imperatore.

La piana è una depressione geografica di origine tettonica formatasi durante l’orogenesi appenninica tra Pliocene e Quaternario.

Prende il nome dal preesistente lago carsico del Fucino, che a causa dell’assenza di emissari e delle repentine variazioni del livello dell’acqua provocava inondazioni o malsane secche, tanto da essere oggetto di numerosi tentativi di regimazione. Il primo parziale prosciugamento del bacino endoreico avvenne ad opera dell’imperatore Claudio nel 52 d.C., mentre si arrivò allo svuotamento totale della conca fucense nella seconda metà del XIX secolo grazie ad Alessandro Torlonia che ricalcò l’opera idraulica di epoca romana dei cunicoli di Claudio aumentando il numero dei pozzi e ampliando gli sfiatatoi e l’emissario ipogeo. Unitamente ad altre opere, questo comportò il prosciugamento del lago e il miglioramento delle condizioni socio-economiche, suggellato con la riforma agraria del 1950 e l’incremento demografico.

Lungo il bordo fucense, oltre ad Avezzano che è il centro più grande, sorgono popolosi comuni come Celano e Pescina. Ad ovest il Fucino confina con il territorio dei piani Palentini, mentre convergono verso la piana fucense la valle del Giovenco, la Vallelonga e la valle Roveto. Le località circostanti il bacino lacustre venivano scelte dai romani come luoghi di villeggiatura per il clima secco e la presenza di tanti oliveti e vigneti.

 

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