Stasera in tv torna l'appuntamento con The Sense of Beauty
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Stasera in tv torna l’appuntamento con The Sense of Beauty

La formula della bellezza

Stasera in tv torna l'appuntamento con The Sense of Beauty

Esiste una formula della bellezza? È l’interrogativo da cui parte il nuovo episodio della serie “The Sense of Beauty”, in onda lunedì 20 novembre alle 20.25 su Rai 5. L’idea che dietro la bellezza ci sia una formula è nata forse con le sculture di Policleto e con la teoria dei suoni di Pitagora. Alla fine, gli antichi greci l’hanno identificata con le proporzioni perfette della sezione aurea. Oggi la scienza ha dimostrato che avevano ragione. Il cervello umano «si illumina», accendendo la regione neurale deputata al piacere quando riconosce qualsiasi forma che segua questa proporzione e tutto ciò che percepiamo come bello: da un’opera d’arte a un brano musicale fino a un’equazione matematica ben riuscita. Ma esiste, quindi, una formula della bellezza? Per quanto possa essere frustrante, la ricerca della risposta rimarrà eterna quanto la ricerca della bellezza stessa.

La bellezza è un concetto astratto, generalmente definita come la qualità di una cosa che viene percepita (specialmente con la vista e l’udito) e che fornisce una sensazione duratura di piacere, significato o soddisfazione. La cosa può essere un luogo, un paesaggio, una persona, un essere vivente, un oggetto, un’idea o un’opera d’arte.

È considerata una parte dell’estetica, della cultura, della psicologia sociale, della filosofia e della sociologia. Il suo concetto opposto è la bruttezza.

La bellezza, insieme alla verità e alla bontà, è uno dei trascendentali, che sono spesso considerati i tre concetti fondamentali della comprensione umana.

Va distinto il concetto di “bellezza oggettiva” da quello di “bellezza soggettiva”.

Sebbene in molte culture questi due concetti siano scindibili, la bellezza oggettiva è l’unica con cui si possa impostare un discorso. La definizione di concetti non oggettivi porta, infatti, all’influenza su di essi del gusto personale.

Risulta così impossibile discutere obiettivamente, senza essere influenzati dal proprio senso e gusto.

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