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Iran 1979. La crisi degli ostaggi
Il Movimento rivoluzionario iraniano, si affermò all’inizio del 1979 con la partenza in esilio dello scià di Persia Reza Pahlavi (gennaio), il ritorno dell’ayatollah Khomeyni (1º febbraio). Seguì una fase convulsa di lotta interna tra le varie componenti rivoluzionarie. I rivoluzionari, temendo che l’ambasciata americana a Teheran stesse tramando per il ritorno dello scià, come già successo nel 1953 quando un colpo di Stato depose il primo ministro Mohammad Mossadeq, la assaltarono una prima volta in febbraio, ma gli occupanti si ritirarono dopo qualche ora di negoziato.
Il 1º novembre 1979 l’ayatollah Khomeini, leader della nascente Repubblica islamica, invitò la popolazione a manifestare contro gli interessi degli americani in Iran, indicati col nome di “Grande Satana”, di “nemici dell’Islam” e degli iraniani. Il 4 novembre 1979 un gruppo di 500 studenti (anche se le testimonianze discordano e variano da 300 a 2000) assaltò l’ambasciata.