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Notre Dame de Paris tra Medioevo e modernità
Il romanzo inizia con una breve prefazione in cui Victor Hugo racconta di aver trovato nel recesso oscuro di una delle torri, durante una sua visita all’interno della cattedrale, una parola greca in lettere maiuscole incisa profondamente a mano nella pietra, con i tratti tipici della grafia gotica medievale: ANAΓΚΗ.
La parola greca – che poi dice scomparsa – sarebbe Ananke, nome con cui si identificava nella religione greca antica la dea del destino, della necessità inalterabile e del fato. Così Hugo intende evidenziare che anche i personaggi del suo romanzo sembrano obbedire ad un destino ineluttabile e drammatico.
Pubblicato nel 1831, quando l’autore aveva 29 anni. Fu il primo grande successo dello scrittore francese: venne infatti immediatamente accolto con grande favore, superando la censura del tempo.
Più comunemente noto come il gobbo di Notre-Dame, è il protagonista della storia, un essere deforme, zoppo, gobbo e con una verruca che gli copre completamente un occhio. Figlio di una coppia di zingari, viene da loro ripudiato e scambiato con la bella bambina Agnès, figlia di una prostituta, che rapiscono dalla culla, lasciando al suo posto il figlio deforme di appena quattro anni.
Raiplay.