Stasera in tv torna l’appuntamento con Passato e Presente
La Roma dei re
Le origini di Roma si confondono con la leggenda. Gli storici latini di età imperiale attribuiscono la fondazione della città a un re di origine divina, Romolo, che il 21 aprile del 753 a.C. traccia alle pendici del colle Palatino il recinto sacro che delimita il nuovo villaggio. A lui succedono tre re latini e tre re etruschi, l’ultimo dei quali, Tarquinio il Superbo, viene cacciato nel 505 a. C. quando Roma diventa una Repubblica. Ma i dati archeologici non coincidono con la leggenda. Lo spiega professore Franco Cardini ospite di Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 21 aprile alle 20.30 su Rai Storia. Gli scavi indicano che il Palatino era occupato già nel 1000 a.C. e da qui i primi romani potevano controllare gli scambi commerciali che avvenivano attraverso il Tevere tra i greci del sud e gli etruschi del nord. Più dell’intervento divino, nel futuro potere di Roma sembra abbia inciso la posizione geografica.
Di origini latino-sabine, figlio – a seguito di un rapporto estorto con la forza – del dio Marte e di Rea Silvia, figlia di Numitore, re di Alba Longa, secondo la tradizione fondò Roma tracciandone il confine sacro, il pomerio, il 21 aprile 753 a.C. . In tale occasione uccise il fratello gemello Remo, reo di aver varcato in armi il sacro confine: tale fratricidio è stato sovente evocato come segno violento della necessaria unicità del potere regale. Una volta costruita la città sul colle Palatino, egli invitò criminali, schiavi fuggiti, esiliati e altri reietti a unirsi a lui con la promessa del diritto d’asilo. Così facendo Romolo popolò cinque dei sette colli di Roma, rapendo poi le donne ai vicini Sabini della città di Cures, così da dare delle mogli ai suoi uomini.
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