Stasera in tv torna l’appuntamento con Passato e Presente
L’Italia di Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi è il più grande musicista italiano dell’Ottocento, un artista prolifico che, con i suoi melodrammi, rivoluziona il mondo della lirica. Ma è anche un protagonista del Risorgimento italiano. Di Giuseppe Verdi e degli ideali politici che hanno avvicinato le migliori menti del suo tempo, Paolo Mieli parla con il professor Lucio Villari a “Passato e Presente”, in onda sabato 28 ottobre alle 20.30 su Rai Storia. La musica di Verdi diventa la colonna sonora di un’epoca e le arie delle sue opere vengono spesso cantate come inni dai popoli in rivolta. La politica entra nei suoi libretti e, nel 1861, anche nella sua vita. In quell’anno, infatti, Verdi accetta la proposta di Cavour e diventa deputato nel parlamento del nascente Regno d’Italia.
Ha scritto il critico Carlo Calcaterra:
«Non vi è dubbio che l’alta e infuocata atmosfera ideale, in cui Giuseppe Verdi respirò e compose, sia quella che sogliamo dire romantica. […] Con impulso libero e nuovo potenziava in sé i sentimenti fondamentali dell’animo umano. […] Quella musica, fatta di passione ardente, di alta malinconia, di realtà straziante e speranze inestinguibili: «io sono l’Italia». È stato spesso osservato come sullo sfondo del Tristano e Isotta e del Parsifal di Richard Wagner splende la filosofia dolorosa di Arthur Schopenhauer, considerata dal grande lipsiense come un dono del cielo, giacché il mondo come volontà e rappresentazione, a partire dal 1854, gli parve la sola filosofia che gli rivelasse la vita e lo conducesse all’estrema Eutanasia, così nelle opere di Giuseppe Verdi palpita, «ride, muove i cuori e le menti la filosofia umana, caritativa, morale di Giuseppe Mazzini che poggia su Dio e popolo, pensiero e azione»
Eletto come Deputato nel Collegio di Fidenza, il compositore confidò a Piave che «ho accettato a condizione che dopo un paio di mesi mi potessi dimettere».