Stasera in tv torna l’appuntamento con Passato e Presente
Re Artù, storia di una leggenda
Artù e Merlino, Lancillotto e Ginevra, la spada nella roccia ed Excalibur, la ricerca del Graal e la tavola rotonda, Camelot e Avalon: sono tutti nomi che suonano familiari. Non vi è infatti racconto del medioevo europeo che sia riuscito a imprimere nell’immaginario collettivo tracce profonde e durature quanto quelle lasciate dalla saga di Re Artù e dei suoi leggendari cavalieri. A “Passato e Presente”, in onda sabato 23 dicembre alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e il professor Franco Cardini. Ma quel re bretone del VI secolo è realmente esistito? La sua prima menzione risale a circa trecento anni dopo, nella Historia Brittònum, del monaco gallese Nénnio. Poi cominciano le molte rielaborazioni, che si susseguono fino ai giorni nostri, in vari paesi e con varie colorazioni: sentimentali, politiche, cristiane, letterarie, filmiche, tra le quali la celebre trasposizione animata della Disney.
I cavalieri della Tavola Rotonda sono i cavalieri di rango più elevato della corte di re Artù, menzionati dalle leggende arturiane. La Tavola Rotonda, attorno alla quale i cavalieri si incontrano, è un simbolo dell’uguaglianza di tutti i suoi membri, perché il tavolo non avendo nessun capotavola rende i cavalieri tutti uguali. Ai cavalieri era assegnato il compito di mantenere la pace nel regno, e successivamente quello di intraprendere la ricerca del Santo Graal.
Il numero dei cavalieri varia di molto a seconda dei racconti, da 12 ad alcune centinaia, o anche 1600 secondo Layamon. Thomas Malory e Hartmann von Aue fissano il numero a 140, mentre Jean d’Outremeuse a 60. La Tavola Rotonda di Winchester, un manufatto inglese databile agli anni settanta del XIII secolo, elenca i nomi di 24 cavalieri. 300 fu il numero scelto da Edoardo III d’Inghilterra, quando decise di creare il suo Ordine dei Cavalieri della Tavola Rotonda nel 1344.
Appuntamento da non perdere.