Stasera in tv torna l'appuntamento con Passato e Presente
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Stasera in tv torna l’appuntamento con Passato e Presente

La Dichiarazione Universale dei diritti umani

Stasera in tv torna l'appuntamento con Passato e Presente

Il 10 dicembre 1948, di fronte all’Assemblea delle Nazioni Unite a Parigi, Eleanor Roosevelt annunciava l’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Un evento raccontato, nel settantacinquesimo anniversario, dalla professoressa Silvia Salvatici e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 10 dicembre alle 20.30 su Rai Storia. Il lento cammino dei diritti umani, iniziato in Occidente con la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino dei rivoluzionari francesi nel 1789, si era arenato tragicamente di fronte ai disastri umanitari dei due conflitti mondiali. Con la nascita dell’Onu, nel 1945, aveva ripreso la sua marcia, fino alla stesura di un documento siglato da 48 tra i più potenti paesi del mondo. La carta del 1948 era una pura dichiarazione d’intenti, ma da allora il lavoro per creare gli strumenti legali che permettessero alle Nazioni e ai singoli di denunciare in ambito internazionale i colpevoli del mancato rispetto dei diritti umani e di giudicarne i reati non si è mai fermato e continua ancora oggi, mentre la società globale costringe a identificare sempre nuovi diritti da tutelare.

Passato e presente è un programma televisivo di divulgazione storica prodotto dalla Rai, in onda dal lunedì al venerdì su Rai 3 in fascia pomeridiana e in replica serale su Rai Storia.

È il successore del programma Il tempo e la storia e si propone di raccontare gli eventi e i personaggi che hanno segnato la storia del mondo, per fornire strumenti di conoscenza del tempo presente.

Passato e presente si differenzia dal suo predecessore introducendo un format che prevede l’interazione tra il conduttore, l’ospite della puntata e tre giovani studenti universitari. Questi ultimi sono stati inseriti nel programma con lo scopo di restituire un’immagine del mondo giovanile diversa dallo stereotipo che vuole i giovani indolenti e chiusi nel virtuale.

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