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L’Artico come prima linea di tensione tra Russia e Nato
In questa parte remota del pianeta, l’Artico, si sta combattendo una guerra “invisibile” che nessuno ha dichiarato. Con lo scioglimento dei ghiacci, l’apertura di nuove rotte commerciali e militari, la scoperta di giacimenti di petrolio, gas e minerali, è partita la corsa alla conquista dell’egemonia nel Grande Nord. Una competizione tra grandi potenze che si sta svolgendo nella quasi indifferenza del mondo. E questa corsa ha un protagonista assoluto, determinato a lanciare anche da lì la sua sfida all’Occidente: Vladimir Putin.
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I cannoni tuonano in Ucraina, ma il vecchio esploratore russo pensa al suo Grande Nord. Dice che «la vera partita si gioca lassù, nell’Artico». Artur Nikolaevic Cilingarov, 83 anni, nel 2007 diventò il Neil Amstrong russo, primo a toccare il fondo marino in corrispondenza millimetrica del Polo Nord, dove piantò una bandiera col tricolore. S’immerse con un minisommergibile fino 4.200 metri, un’impresa eroica quanto provocatoria. Quando emerse dagli abissi proclamò: «Ho voluto dimostrare al mondo che il Polo Nord è russo».
Da allora è uno degli uomini più ammirati da Putin, tra i pochissimi del cerchio magico a poter parlare senza chiedere il permesso. Raggiunto al telefono, non trattiene l’emozione: «Sono vecchio, ma in qualità di rappresentante del presidente Putin per l’Artico dopo di decenni di missioni, ricerche scientifiche e trattative diplomatiche vedo ora l’obbiettivo più vicino. Francamente non me l’aspettavo, visto che siamo in guerra con l’Occidente».