Stasera in tv torna l’appuntamento con Illuminate
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Stasera in tv torna l’appuntamento con Illuminate

Rita Levi Montalcini

Stasera in tv torna l’appuntamento con Illuminate
Caterina Guzzanti è l’attrice-narratrice del docu-film dedicato al Premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini in “Illuminate”, in onda sabato 28 settembre alle 23.00 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”. Ospite di una scuola media di Afragola (Napoli), intitolata alla scienziata, Caterina Guzzanti incontra gli studenti di un laboratorio di teatro e tiene una lezione sull’importanza dell’immaginazione, quanto per il suo lavoro, quanto per quello della grande ricercatrice torinese. Numerosi anche gli incontri con personaggi e amici che hanno conosciuto da vicino Rita Levi Montalcini quali: i politici Anna Finocchiaro e Romano Prodi, il Presidente della Fondazione Ebri Rita Levi Montalcini Pietro Calissano, la nipote Piera Montalcini, la storica Anna Foa, l’amico ed etologo Enrico Alleva, il fumettista Francesco Mobili, la ricercatrice Paola Tirassa e la giornalista Milena Gabanelli.

Rita Levi-Montalcini lavorò sovente con giovani attraverso progetti del CNR. Alla base di questa volontà di confronto coi giovani vi era una profonda fiducia nelle capacità innovative dell’uomo. Affrontò più volte il tema del rapporto tra le nuove generazioni e lo sviluppo tecnologico, del quale descrisse anche i limiti:

«Oggi, rispetto a ieri, i giovani usufruiscono di una straordinaria ampiezza di informazioni; il prezzo è l’effetto ipnotico esercitato dagli schermi televisivi che li disabituano a ragionare (oltre a derubarli del tempo da dedicare allo studio, allo sport e ai giochi che stimolano la loro capacità creativa). Creano per loro una realtà definita che inibisce la loro capacità di “inventare il mondo” e distrugge il fascino dell’ignoto.»

Negli incontri coi giovani emerge l’invito a non concentrare l’attenzione solo su sé stessi, a partecipare ai problemi sociali e fare proposte volte al miglioramento del mondo attuale.

Ai giovani suggerì l’esperienza all’estero per poi tornare in Italia, convinta che risiedesse in loro il futuro della ricerca, dell’innovazione scientifica.

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