Alberto Saporito sogna vividamente l’omicidio dell’amico Aniello a opera dei vicini di casa, i Cimmaruta, al punto da denunciarli. Dopo il loro arresto si rende conto dell’equivoco onirico e ritratta la testimonianza, suscitando il sospetto della polizia che ipotizza intimidazione o complicità. Mentre i vicini scagionati intentano querela contro Alberto e tramano di ucciderlo, suo fratello Carlo vorrebbe vendere le attrezzature per feste con cui il congiunto si guadagna da vivere, immaginando che presto verrà incarcerato per falsa testimonianza. L’improvvisa ricomparsa di Aniello, vivo e vegeto, rende lampante la malafede e la sfiducia che serpeggia nel vicinato e in famiglia. Alberto sostiene nel finale che ognuno è a suo modo assassino, non di uomini, ma del rispetto e della dignità che agli uomini si deve. E’ la commedia di Eduardo De Filippo “
Le voci dentro”, in onda sabato 14 dicembre alle 21.15 su Rai 5, nell’ambito dell’omaggio al grande attore e commediografo, a 40 anni dalla morte. Scritta nel 1948 e inserita ne “La cantata dei giorni dispari”, la commedia è proposta nella versione del 1978, interpretata da Eduardo, Pupella Maggio, Marina Confalone, Luigi Uzzo, Giuliana Calandra, Gino Maringola, Luca De Filippo.
In quest’opera ritorna il tema dell’ambiguità di rapporto fra realtà e sogno. Il filo conduttore di questa commedia, forse la più amara scritta da Eduardo, è l’incomunicabilità simboleggiata dallo zi’ Nicola, l’enigmatico personaggio
(Šparavierzi),
che per disillusione delle cose umane ha rinunciato a parlare preferendo esprimersi con una sorta di “Codice Morse” dove i punti e le linee sono lo scoppio di petardi. Questo personaggio è la metafora di chi, dolorosamente, vuole mantenersi estraneo e al di fuori dalle vicende del mondo; abita in una sorta di palafitta, e lì morirà nel mezzo della commedia, tornando a parlare prima di morire, solo per esclamare: «
Per favore, un poco di pace!».