Stasera in tv torna l’appuntamento con Donne di Campania
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Stasera in tv torna l’appuntamento con Donne di Campania

Matilde Serao

Stasera in tv torna l’appuntamento con Donne di Campania
La prima donna italiana a fondare e dirigere un quotidiano, il Corriere di Roma, e poi Il Mattino e Il Giorno, e – negli anni Venti – candidata sei volte, senza mai ottenerlo, al Premio Nobel per la Letteratura. E’ Matilde Serao – raccontata da Maria Pia Calzone – la protagonista di “Donne di Campania”, la serie Rai Cultura realizzata da Anele che vuole raccontare le grandi donne che hanno lasciato un segno nella storia della Campania e del Paese, in onda venerdì 27 settembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.
Nonostante cresca a stretto contatto con la redazione di un giornale, l’educazione della giovane Matilde va a rilento, anche a causa delle precarie condizioni economiche della famiglia, e si iscrive a scuola solo all’età di quindici anni. In breve tempo consegue il diploma da maestra, ma le ristrettezze economiche la spingono a cercare un’occupazione come telegrafista, in questo periodo cominciano le collaborazioni con alcuni giornali napoletani.
Nel 1882, all’età di 26 anni, lascia Napoli per trasferirsi a Roma, dove collabora attivamente con alcuni giornali locali e s’impegna nella produzione letteraria: nel 1883 pubblica il romanzo Fantasia che la rende famosa, mentre del 1884 è Il ventre di Napoli, riconosciuto come la sua opera più importante.
Dopo lo scarso successo del Corriere di Roma, fondato con il marito giornalista Edoardo Scarfoglio, Matilde torna a Napoli e nel 1892 pubblica – sempre con il marito – il primo numero de Il Mattino.
A seguito della separazione dal marito, del 1903 è il sodalizio con Giuseppe Natale, con cui fonda Il Giorno che comincia fin da subito a fare concorrenza all’altra testata fondata dalla Serao.
Sempre dedita alla professione, Matilde muore nel 1927, mentre era al lavoro alla sua scrivania. Il racconto si snoda tra filmati di repertorio, interviste a testimoni del mondo della cultura, del giornalismo, tra cui i pronipoti di Serao.

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