Stasera in tv torna l’appuntamento con Divini Devoti
I Gesuiti
Giambattista Gaulli, detto il Baciccio, nella Chiesa del Gesù, e il gesuita Fratel Andrea Pozzo; nella Chiesa di Sant’Ignazio, sono i precursori di quel genere di arte – diffusa prima in tutta Europa e successivamente in tutto il mondo – che è il barocco. Le due chiese, legate ai Gesuiti, sono al centro di “Divini devoti”, con Claudio Strinati, in onda mercoledì 7 agosto alle 20.25 su Rai 5.
La puntata prosegue con una visita all’Università Gregoriana per approfondire un tema portante per i Gesuiti, quello della formazione (il Collegio Romano), della scuola e delle missioni in terre lontane. Ospiti, Lydia Salviucci Insolera, docente di Storia dell’arte presso l’Università Pontificia Gregoriana, e Alessandro Zuccari, esperto d’arte.
Il termine portoghese barrôco o spagnolo barrueco indicava la perla irregolare (in italiano scaramazza), e fu usato con riferimento all’arte per la prima volta alla fine del XVII secolo nel Dizionario dell’Académie française e nel secolo successivo nel Dictionnaire de Trevoux designando, con una sfumatura negativa, tutto ciò che è “irregolare, contorto, grottesco e bizzarro”. In questo senso l’arte barocca era ed è considerata uno stile “anticlassico” per eccellenza, dove all’adesione delle rigide regole degli stili si andò sostituendo il capriccio dell’artista[1].
Questo giudizio negativo intrinseco, molto ben radicato sia durante il neoclassicismo, sia durante il successivo gusto romantico che prediligeva il Medioevo e il Rinascimento, sebbene sia stato decisamente superato nel campo degli studi storico-artistici, non si può dire ancora completamente dissolto da parte del pubblico generale. In ogni caso oggi si tende a sottolineare il virtuosismo della produzione artistica barocca, la sua teatralità, il coinvolgimento attivo dello spettatore, la straordinaria ricchezza di forme e colori.
Il “barocco” non può essere ridotto, come pure talora si sostiene, a mero stile dell’arte della Controriforma. Vanno evitate valutazioni unidirezionali, dato che il barocco contiene tendenze talvolta contrastanti.