Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia
“Ero in guerra ma non lo sapevo”
Milano, 22 gennaio 1979. Il gioielliere Pierluigi Torregiani sta cenando in un ristorante con sua figlia Marisa e l’amico Salvo, ma alcuni malviventi entrano per rapinare il locale. Comincia così la storia che Fabio Resinaro racconta nel film “Ero in guerra ma non lo sapevo” in onda sabato 13 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast Francesco Montanari, Laura Chiatti, Juju Di Domenico, Alessandro Di Tocco.
Torregiani vede che sua figlia viene minacciata con una pistola ed estrae la sua arma. Nella sparatoria ci sono morti e feriti e per il gioielliere inizia una vera e propria odissea. I Proletari Armati per il Comunismo (P.A.C.) lo prendono di mira perché lo considerano un “giustiziere borghese e fascista”, e dunque simbolo di una classe sociale da eliminare. Il gioielliere comincia a ricevere chiamate anonime frequenti e il commissario Giardino gli assegna una scorta. Torregiani, però, non riesce ad abituarsi all’idea di essere scortato e questa decisione gli costerà cara.
Furono condannati come esecutori materiali Giuseppe Memeo (pena cumulativa di 30 anni) e Gabriele Grimaldi, e come concorrente Sebastiano Masala. Per concorso morale, in quanto partecipante alla riunione in cui si decise l’omicidio e quindi come co-ideatore e co-organizzatore vennero condannati Cesare Battisti (13 anni, poi ergastolo in appello per altri omicidi) e altri come Sante Fatone e Luigi Lavazza. Quale mandanti dell’attentato furono riconosciuti i membri del gruppo dirigente dei PAC, tra cui Arrigo Cavallina e Pietro Mutti: Mutti scontò 8 anni per diversi delitti, Cavallina 12 perché, assieme a Luigi Bergamin, avevano cercato di impedire l’assenso al delitto.
Alcuni militanti dei PAC affermarono di aver subito pesanti torture, per far loro rivelare i colpevoli dell’omicidio Torregiani. Battisti ha però anche ribadito che nessuno, nemmeno sotto minaccia o tortura, ha mai fatto il suo nome.
Imperdibile.