Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia
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Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia

“Un marito per Anna Zaccheo”

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Le disavventure della bella Anna Zaccheo nel film di Giuseppe De Santis, sceneggiato dallo stesso De Santis, da Alfredo Giannetti, Salvatore Laurani, Elio Petri, Gianni Puccini, Cesare Zavattini: è “Un marito per Anna Zaccheo” in onda sabato 7 dicembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Tra gli interpreti, Silvana Pampanini, Amedeo Nazzari, Massimo Girotti. Anna, una bellissima ragazza, attira l’attenzione di un giovane marinaio: i due si innamorano e decidono di fidanzarsi. La giovane, in attesa del ritorno del novello fidanzato partito per un viaggio in mare, si mette alla ricerca di un impiego per potersi pagare il corredo. Troverà lavoro come modella in uno studio fotografico. E proprio da qui che si innesca la catena di eventi che la porteranno a vivere momenti molto difficili.

De Santis, dopo alcune collaborazioni con registi come Luchino Visconti (in Ossessione, di cui firmò anche la sceneggiatura) e Roberto Rossellini(in Desiderio), nel 1948 realizza il suo primo lungometraggio, Caccia tragica, che per i temi trattati (la lotta tra i contadini di una cooperativa e un gruppo di agrari), e il ritmo da dramma popolare, non immune peraltro da contaminazioni narrative hollywoodiane (scene movimentate e drammatiche, erotismo, etc.) diventerà il prototipo del suo cinema. Nel dopoguerra l’Italia rinasce culturalmente grazie alla poetica neorealista, alla quale De Santis darà un contributo di sostanza, andando oltre gli stilemi educativi ed edificanti della cinematografia sovietica, e utilizzando in modo originale caratteri propri del cinema americano di genere.

Queste peculiarità saranno alla base del successo mondiale di Riso amaro (1949), una pellicola drammatica, che racconta la dura vita delle “mondariso” (o, mondine), in una storia che intreccia momenti ‘politici’, incentrati sul tentativo da parte di donne sfruttate di creare una solidarietà di lotta di tipo proto-sindacalistico, con la sfera del privato dei protagonisti.

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