Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia Omaggio a Paquito Del Bosco, la trilogia su Fellini
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Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia

Intervista

Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia Omaggio a Paquito Del Bosco, la trilogia su Fellini
Un’intervista da parte di un gruppo di giornalisti giapponesi è il pretesto che permette a Fellini di far vedere il suo cinema da dietro la macchina da presa: questo è il fulcro centrale di quello che il regista appellò come “un filmetto”, ma che in realtà nasconde tutta la filosofia del grande maestro. È “Intervista”, con lo stesso Fellini, Marcello Mastroianni, Sergio Rubini, Anita Ekberg, in onda sabato 12 ottobre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”.
Nel film “Intervista” del 1987 Federico Fellini realizza una scena su un vecchio “tranvetto” azzurro della STEFER (Società delle Tramvie e Ferrovie Elettriche di Roma) sul quale siede Rubini che interpreta il giovane regista Fellini arrivato per la prima volta a Roma per intervistare ‘una diva’. Il mezzo, dopo aver attraversato via degli Olmi lungo un tratto dell’Acquedotto Alessandrino e superata una torre medievale, raggiunge la via Appia Antica nei pressi del cosiddetto Mausoleo di Casal Rotondo. Si tratta di un imponente sepolcro a pianta circolare del diametro di 35 metri, databile alla fine del I secolo a.C.
È la terza pellicola di Fellini che mescola il documentario con la fiction (in precedenza: Block-notes di un regista e I clowns). Sergio Rubini aveva già fatto un provino con l’artista romagnolo per E la nave va ma fu scartato.

La pellicola coincide con il cinquantesimo anniversario di Cinecittà, luogo principale delle riprese.

Nato come progetto televisivo, il film fu successivamente distribuito nelle sale cinematografiche e nei festival europei. Fu proposto, in anteprima assoluta, al Festival di Cannes dove ottenne una menzione speciale. Successivamente è stato edito in formato home video.

Morando Morandini reputa Intervista come «un piccolo film, in un certo senso, ma di quale grazia e garbo e brio».

Paolo Mereghetti afferma, invece, che il documentario di Fellini è troppo «narcisista» e nostalgico.

 

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