Stasera in tv torna l’appuntamento con Art Rider
Alla ricerca di Baia
Da Pietravairano a Cancello, per immergersi nelle acque del golfo di Napoli, alla ricerca dei resti della città sommersa di Baia. Il suo golfo, racchiuso tra i rilievi di punta Lanterna a sud (su cui è posto il castello Aragonese) e punta Epitaffio a nord, non è altro che un antico cratere vulcanico, risalente a circa 8.400 anni fa e conservatosi solo per metà, essendo la sua parte ad oriente sprofondata o del tutto erosa dal mare.
Centro campano sede del più grande impianto della regione per la depurazione di molluschi, la fama di Baia è legata soprattutto alla presenza di resti archeologici di notevole valore storico ed artistico.
Secondo la leggenda, il suo nome deriva da Bajos, il nocchiere di Ulisse, che qui fu sepolto[1]; ma, leggende a parte, il nome latino Baiae è un evidente ipocoristico di Balineae (‘bagni pubblici’). Come racconta nella sua Historia sicula Bartolomeo di Neocastro, cronachista messinese vissuto nella seconda metà del Duecento e le cui antiche fonti sembrano esser ormai purtroppo in parte perdute, il primo nome della città, quello greco, fu Philopolis perché città consacrata alla dea Venere. In epoca romana, come testimoniato dalle ricche ville, fu luogo di riposo e di villeggiatura frequentato da patrizi romani. La località era infatti famosa per le sue calde acque termali, ricercate per lusso e per la cura delle malattie. Non distante da Roma, la capitale dell’Impero, sorgeva una terra ricca di piaceri e bellezze, l’orgoglio dei suoi cittadini. L’antica Campania Felix, era, infatti, considerata il fiore all’occhiello dei Romani, il loro luogo preferito per svagarsi e godere i piaceri della vita. È la meta del viaggio che il giovane archeologo Andrea Angelucci percorre in “Art Rider”, in onda martedì 27 febbraio alle 19.25 su Rai 5.
Un appuntamento atteso assolutamente da non perdere. Raiplay.