Stasera in tv torna l’appuntamento con Art Rider
La “Repubblica” di Gaeta
Venezia, Genova, Pisa, Amalfi. Tra le famose repubbliche marinare spesso si dimenticano le altre. E, tra queste, Gaeta, che si sottrasse al dominio bizantino e divenne indipendente, iniziando a solcare con le sue navi tutto il Mediterraneo. Una città e il “suo” mare protagonisti di “Art Rider”, il programma condotto dal giovane archeologo Andrea Angelucci, in onda giovedì 26 ottobre alle 19.25 su Rai 5. La città nasconde tesori d’arte di inestimabile valore, e Angelucci viene attirato in questi luoghi anche dalla leggenda della Grotta del Turco. Seguendo la tradizione locale che vuole la montagna sopra Gaeta spaccata da un terremoto nel momento esatto della morte di Cristo a Gerusalemme, l’archeologo visita il Santuario della montagna spaccata scoprendone i segreti e i panorami. Prima di arrivare a Gaeta, però, percorre tutta la costa sud del Lazio, incontrando storie che vedono come protagonisti pirati, saraceni, cavalieri templari e il mitico viaggiatore per eccellenza: Ulisse.
I primi consistenti insediamenti nel territorio di Gaeta risalgono al XII-XIII secolo a.C. Successivamente, tutta l’area costiera del golfo fu parte integrante della regione popolata dagli antichi Aurunci, stanziati tra il fiume Liri, il Volturno e la zona del vulcano di Roccamonfina. Solo nel 345 a.C. il territorio di Gaeta finì sotto l’influenza di Roma.
Durante il periodo romano Gaeta divenne un luogo di villeggiatura molto rinomato, frequentato da imperatori, ricchi patrizi, consoli e famosi senatori dell’epoca. A favorire la loro venuta fu anche la costruzione di una nuova strada romana, la Via Flacca, più breve rispetto all’Appia.
L’archeologo Andrea Angelucci, volto televisivo del programma in prima serata su Rai5 Art Rider, ci accompagna nelle località toccate dalla produzione Tv e nella sua professione, attraverso le sue spiegazioni e i suoi schizzi sul taccuino da esploratore.
Siti archeologici, palazzi, località speciali ma fuori dalle rotte turistiche comuni.