Stasera in tv torna La Bussola e la Clessidra
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Stasera in tv torna La Bussola e la Clessidra

La battaglia di Lepanto

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Le cause politiche che portarono alla battaglia di Lepanto e le dinamiche di combattimento che consentirono alle forze della Lega santa – Spagna, Venezia, Roma e altri Stati italiani – di prevalere sulla potentissima flotta ottomana. Le analizza il professor Alessandro Barbero nella puntata di “La bussola e la clessidra“, in onda lunedì 7 ottobre alle 21.40 su Rai Storia. Il racconto parte dalla spedizione archeologica sottomarina che è andata alla ricerca dei relitti delle galee impegnate nel grande scontro navale combattuto all’imboccatura del Golfo di Corinto il 7 ottobre 1571.

Alessandro Barbero è involontariamente divenuto un punto di riferimento della sinistra italiana in rete dopo aver rivelato che, da giovane, è stato iscritto al PCI e dopo aver dichiarato nel 2011 di essere comunista. Barbero ha preso posizione contro la cosiddetta “Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, che condanna tutti i regimi totalitari sia nazifascisti sia comunisti.

«I Parlamenti di ogni tipo non dovrebbero mai esprimersi sulla storia, sulla memoria, anche con le migliori intenzioni. In questo caso le intenzioni non erano nemmeno le migliori. Il Parlamento è stato intrappolato in una risoluzione che veniva da Paesi la cui storia è totalmente diversa dalla nostra, che si ostinano a pensare che i nazisti erano meglio dei comunisti, come la Polonia, dove si cerca di non ricordare l’entusiasmo con cui molti polacchi hanno partecipato allo sterminio degli ebrei. Nella loro concezione può nascere l’idea che la falce e martello faccia orrore quanto la svastica.»

Barbero giudica inoltre «altrettanto limitata» la visione secondo cui il comunismo si identificherebbe «con lo stalinismo e con i regimi dei paesi del Patto di Varsavia» In occasione delle elezioni amministrative del 2021, si schiera a favore del collega e candidato sindaco di Torino Angelo d’Orsi, sostenuto da una coalizione di sinistra.

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