Stasera in tv torna il focus "Dorian. L'arte non invecchia"
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Stasera in tv torna il focus “Dorian. L’arte non invecchia”

Fausto Melotti e Arnaldo Pomodoro

Stasera in tv torna il focus "Dorian. L'arte non invecchia"

Attraverso i documentari “Chi dove quando” del 1974 e “Visti da vicino” del 1981, introdotti dall’architetto Renata Cristina Mazzantini, “Dorian. L’arte non invecchia” – in onda venerdì 13 ottobre alle 19.35 in prima visione su Rai 5 – traccia un parallelismo tra i due grandi scultori Fausto Melotti e Arnaldo Pomodoro. Entrambi ingegneri ed entrambi presenti nel patrimonio artistico di “Quirinale contemporaneo”, si differenziano per il loro rapporto con la materia: Pomodoro si esprime nella dimensione spaziale ed emozionale, Melotti in quella temporale e intellettuale.

“Dorian. L’arte non invecchia” è prodotto da Rai Cultura e Rai Teche, a cura di Lucrezia Capasso, Marisa Del Monte, Lucilla Paesani, regia di Sabrina Salvatorelli.

Arnaldo Pomodoro è considerato uno dei più grandi scultori contemporanei italiani, molto noto ed apprezzato anche all’estero. È fratello maggiore di Giorgio “Giò” Pomodoro, anch’esso Scultore. È famoso soprattutto per le particolari sfere di bronzo, il materiale che predilige per le sue opere, che si scompongono, si “rompono” e si aprono davanti allo spettatore, che è portato alla ricerca e alla scoperta del meccanismo interno, in un contrasto tra la levigatezza della forma e la complessità dell’interno.

Evidenti i legami di Melotti con il Novecento, con l’arte Metafisica, ma soprattutto con il razionalismo e con gli artisti gravitanti intorno alla galleria Il Milione, Fontana su tutti. Un legame particolare è quello che unisce Melotti a Calvino, quando quest’ultimo scrive di essersi ispirato alle sue sculture sottili, leggere, piene di vuoti per scrivere il suo capolavoro: Le città invisibili.

La sua scultura avrà sempre più un carattere mentale e contemporaneamente subirà una sintesi, nei modi e nei materiali: ceramica o gesso, teatrini polimaterici, e le sue leggerissime sculture in acciaio, saranno intrisi di una vena surreale e ironica; fino alle estreme conseguenze nei lavori seguìti al riconoscimento ufficiale, che verrà solo nel 1967.

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