Stasera in tv torna "Cari amici vicini e lontani"
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Stasera in tv torna “Cari amici vicini e lontani”

Omaggio alle “voci” degli annunci radiofonici

Stasera in tv torna "Cari amici vicini e lontani"
Gianni Rossi, Gianni Raviart, Luigi Carrai ed Edilio Tarantino, quattro storici annunciatori, presentandosi sulle note del valzerino “E con questa zinfonia” aprono la quinta puntata di “Cari amici vicini e lontani”, con Renzo Arbore, e in onda mercoledì 30 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. La puntata è infatti un omaggio agli annunciatori e alle annunciatrici della Radio, per decenni uniche voci autorizzate a parlare ai microfoni dell’Ente di Stato: dotati di dizione perfetta e voce accogliente e ferma, alcuni di loro sono passati al video come speaker delle edizioni del Telegiornale.
Ospite d’onore Corrado Mantoni, che esordisce come annunciatore a Radio Roma nel 1944, dopo la liberazione degli Alleati. Passa alla conduzione di programmi di successo come “Rosso e nero” (1951-55), e la sua trasmissione cult è “La Corrida”, in onda sulle frequenze Rai dal 1968 al 1979.
Per Corrado è un ritorno in Rai, da due anni lavora per la TV commerciale, Ma Arbore non si fa sfuggire l’occasione per estorcergli una clamorosa gaffe, pronunciata in diretta radiofonica da Corrado negli anni 50 , durante un importante concerto sinfonico all’Auditorio A di via Asiago.
Dopo Corrado, è il turno del musicista Piero Piccioni, che con la sua orchestra “013” fu il primo a suonare il jazz a Radio Roma nel 1944, tornando a dirigere l’Orchestra Rai quei brani che 40 anni prima eseguiva in radio subito dopo la Liberazione di Roma.
Arbore, dopo aver ricordato, con un’intervista del 1980, la prima annunciatrice della Radio, Maria Luisa Boncompagni (1892-1982), arriva in sedia a rotelle Paolo Villaggio, ingessato, per avvisare Arbore che non poteva partecipare alla trasmissione! Dopo aver mostrato alcuni reperti del Museo Rai di Torino, tra cui il famoso “uccellino della radio” (il carillon che apriva e chiudeva i programmi) Arbore presenta Lauzi che esegue una canzone simbolo, “Mille lire al mese”.

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