Stasera in TV: Torino tra i murazzi e l’America. Storie sulla riva del Po
Lambendo il cuore di Torino, il Po trascina a galla storie sorprendenti. Sulle sponde urbane della più lunga arteria d’acqua italiana, nel corso dei secoli, sono fioriti luoghi di festa, di sport e di lavoro. Come se lo scorrere del fiume sollecitasse la vita cittadina a farsi più intensa. Lo racconta Giuseppe Sansonna in “Torino tra i murazzi e l’America”, in onda domenica 1° maggio alle 22.00 su Rai 5. Per i sovrani di casa Savoia il lungofiume è stato spesso lo scenario ideale di feste e a cavallo tra gli anni ‘20 e ‘30 del Novecento, Savoia Bagni, uno dei primi centri acquatici della città, con tanto di piscina, è un luogo amato dal principe ereditario Umberto e – dai Savoia agli Agnelli – il Po degli anni ‘50 diventa anche la sede del centro sportivo Fiat.
I Murazzi sono gli approdi, le arcate e le rimesse delle barche, collocate sulla sponda ovest del Po, a due passi dal centro storico cittadino, 500 metri da Piazza Vittorio al Parco del Valentino, nel cuore e nella città. L’origine del nome, Murass in lingua piemontese, è riconducibile a quei grandi argini eretti in pieno ottocento, per proteggere la città dalle esondazioni del fiume, ma soprattutto nelle notti di fine Novecento, sono stati il teatro di un vitalissimo sabba notturno, di musica e stravizi, di cronaca nera e di letteratura surrealista. Un cantore del nostro tempo, Vinicio Capossela, è stato un grande frequentatore di quel locale in cui si riversava la vita cittadina più underground: il locale di Giancarlo, presidente della libera repubblica murazziana, un luogo anarcoide, a tratti folgorante, dalla vitalità artistica esplosiva, in cui tra rissa e ubriachezze più o meno moleste, si incontravano ed esibivano artisti di razza.
Ci sono passati tutti: Neffa, Morgan, i Casino Royale, i Massimo Volume, i Marlene Kuntz, Elisa, Frankie, quelli delle «posse» rap e reggae. Johnson Righeira, quello del duo di “Vamos a la playa” e dell’estate che sta finendo, lo teneva come ultima tappa dopo i concerti fuori Torino. Lo spirito dei Subsonica nasce qui. C’era Madaski, con gli Africa Unite, capaci di raccontare le vibrazioni di una città già multietnica.
Le due anime opposte di Torino si sfioravano all’alba: il Po dei circoli eleganti, dell’Armida, dell’Esperia, del Cerea. I loro gloriosi canottieri al mattino salutavano i ragazzi usciti dalle stanze di Giancarlo, che erano stati svegli per tutta la notte, in preda a qualsiasi tipo di sostanza.
Ma i Murazzi raccontano anche altre storie, come quella dell’idrovolante che da Torino raggiungeva Trieste.