Stasera in tv “The Torch”, Buddy Guy e il suo successore
La storia della leggenda del blues
L’uno ha avuto un elastico teso dentro una lattina come prima chitarra e il primo vero palco dopo i vent’anni, l’altro ha visto la prima chitarra a 3 anni e il primo palco a 7. Buddy Guy è il re del blues, l’ultimo baluardo, Quinn Sullivan il suo probabile successore. A farli incontrare, la musica: “Sapevo che Buddy faceva salire spesso i ragazzi sul palco, – racconta Quinn. – Mi sono presentato a sette anni a una serata e ho suonato come se fosse un mio concerto”. La quantità di riff che il bambino conosce e la naturalezza con cui li suona impressionano Buddy: “Quando prese la chitarra in mano, pensai: Non è possibile!”. In quel momento decide di mettere sotto la propria ala Quinn e cominciano così un rapporto professionale e una vera amicizia. L’obiettivo di Buddy è dare un’opportunità a questo ragazzo prodigio e creare un degno successore per mantenere la promessa fatta al padre del blues Muddy Waters: non far morire mai quel genere musicale. Questo intreccio tra i due artisti e la storia di Buddy Guy sono raccontati nel documentario di Jim Farrell “The Torch”, in onda martedì 7 novembre alle 23.20 su Rai 5.
Cresciuto in una fattoria in Louisiana, George Guy, pur senza una radio o una chitarra, comincia a sviluppare una forte passione per la musica grazie a un elastico teso. Ogni Natale un amico del padre viene a trovarli con una chitarra e, mentre i due adulti si ubriacano, lui comincia a strimpellare qualche nota. Ma la sua prima vera chitarra la ottiene solo a 17 anni, è un regalo di un signore del suo villaggio che si era accorto della sua passione.
A cambiare, però, la sua vita personale e artistica è la città di Chicago, culla mondiale del blues.
Appuntamento assolutamente imperdibile.