Stasera in TV: The Story of Quadrophenia
Il suono del mare: così si apre “Quadrophenia”, il sesto album dei The Who. Un suono raccolto da Pete Townshend con un registratore a nastro, un suono che può già dare indicazioni precise sul vero significato di quell’album.
Townshend, autore di questa opera rock uscita nel 1973, ripercorre la genesi dell’album nel documentario in prima visione “The Story of Quadrophenia”, in onda stasera alle 21.15 su Rai5 per il ciclo “Pop Icons”.
“Quadrophenia” è l’unico album degli Who interamente composto dal solo Pete Townshend, che ideò la storia ripercorrendo i primi anni di attività della band e gli anni della cultura mod, un movimento giovanile che aveva creato una popolare moda estetica e musicale.
I mods portavano i capelli tagliati alla francese, indossavano giubbotti parka, pantaloni stretti e mocassini, e giravano in Vespa o Lambretta, al contrario dei rivali rockers, che preferivano le motociclette e un look più selvaggio.
Tra questi due gruppi la rivalità era accesa e risse scoppiavano di frequente (tra cui una leggendaria sulla spiaggia di Brighton, il 18 maggio 1964). Il documentario ripercorre la storia, identificando nei travagli del suo protagonista in parallelo con la crescita intellettuale e la crisi di identità della band.
L’uscita di dischi come “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd, “Houses of the Holy” dei Led Zeppelin, “Berlin” di Lou Reed e “Selling England by the Pound” dei Genesis, segnò la morte musicale definitiva dei Sessanta.