Stasera in TV: "Terremoto dall'Est" a La Grande Storia. Il crollo di una potenza raccontato da Paolo Mieli su Rai3 Stasera in TV: "Terremoto dall'Est" a La Grande Storia. Il crollo di una potenza raccontato da Paolo Mieli su Rai3
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Stasera in TV: “Terremoto dall’Est” a La Grande Storia. Il crollo di una potenza raccontato da Paolo Mieli su Rai3

Stasera in TV: "Terremoto dall'Est" a La Grande Storia. Il crollo di una potenza raccontato da Paolo Mieli su Rai3 Stasera in TV: "Terremoto dall'Est" a La Grande Storia. Il crollo di una potenza raccontato da Paolo Mieli su Rai3“Terremoto dall’Est” è il titolo della puntata di “La Grande Storia” che andrà in onda venerdì 13 agosto alle 21.20 su Rai3. Paolo Mieli accompagnerà i telespettatori nel viaggio storico che va dagli anni della guerra silenziosa e micidiale che fu la “Guerra Fredda”, durante i quali il blocco sovietico mostra le prime crepe, fino agli anni Novanta del secolo scorso, gli anni della dissoluzione.

Un processo che si ripercuote come un terremoto sull’Europa ed anche sull’Italia: al culmine delle tensioni nella città divisa fra Est e Ovest, il 13 agosto 1961 sorge improvvisamente un muro. Famiglie divise, migliaia di tentativi di fuga, centinaia di persone uccise.

Ci vorranno quasi trent’anni per abbattere quel muro e riunire una città e un popolo. La data è scolpita nella storia: è il 9 novembre 1989. E dopo tre giorni qualcosa si sgretola anche in Italia. Il PCI, il Partito Comunista Italiano, da anni in crisi d’identità, cambia nome. Si chiamerà PDS. Il volto di questo passaggio epocale è quello di Achille Occhetto, il protagonista della “svolta della Bolognina”.

Un terremoto che arriva dall’Unione Sovietica che, dalla fine degli anni Ottanta, si disintegra sotto il vento dell’indipendentismo e del capitalismo. Due le figure chiave di questo capovolgimento: quella di Michail Gorbaciov, l’uomo che voleva la perestroika, la ristrutturazione, la glasnost, e la trasparenza, senza tuttavia sovvertire il comunismo e quella di Boris Eltsin, l’uomo che nel 1991 diede la spallata finale al Partito Comunista e all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

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