Stasera in tv Tensione alle stelle, con “Resurrected”
Per il ciclo “Strani mondi”
In un futuro non molto lontano, il Vaticano ha trovato il modo per riportare in vita i morti. Peccato che i resuscitati non siano tipi molto raccomandabili: Stanley, divenuto prete in seguito a una tragedia personale, scoprirà che dietro tutta la faccenda c’è una gigantesca cospirazione. Cinematografia originale e riuscita: personaggi e azioni sono proposti come ripresi da webcam, telecamere di sicurezza e telefonini, dando realismo al racconto e aumentando tensione e inquietudine.
Se maneggiato con cura, lo spunto, a rischio boiata, potrebbe in realtà essere oro per un horror. Ma “Resurrected”, film furbino e a basso costo con un protagonista dallo sguardo perennemente spiritato, preferisce lasciare buchi di sceneggiatura modello voragine, concentrandosi più sull’azione che sul naturale aspetto morboso. In più, è tutto girato con la tecnica delle videochiamate, con computer (una nota marca ringrazia sentitamente, si spera abbia contribuito al budget) e telefonino, una roba che scuote il sistema nervoso dello spettatore dalle fondamenta e propone scene ridicole come quella in cui il protagonista, inseguito dalla polizia, scappa continuando la videochiamata, reggendo il telefonino in mano di fronte a sé.
La Chiesa ha scoperto il modo di riportare in vita le persone, ma i risorti si rivelano violenti.
Come funziona la procedura della resurrezione? Top secret. Com’è morire? Non si sa, nessuno lo chiede esplicitamente a nessuno. Com’è la morte? Non si sa, nessuno lo chiede esplicitamente a nessuno. Com’è tornare in vita? Non si sa, nessuno lo chiede esplicitamente a nessuno. Perché i risorti sono in piena forma anche se morti di tumori o incidenti? Top secret.